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Enogastronomia, la ricerca del tartufo candidata a Patrimonio dell’Unesco

Da Irene Rolando

Novembre 22, 2021

Enogastronomia, la ricerca del tartufo candidata a Patrimonio dell’Unesco

Ora è ufficiale: la famosa “cava e cerca”, ovvero la pratica usata per trovare il tartufo, è candidata a diventare Patrimonio dell’Unesco.

Il comitato di esperti, infatti, nei giorni scorsi ha dato il via libera alla procedura, dopo aver valutato attentamente la proposta presentata dal Ministero dei beni culturali e del turismo nel 2020.

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Ora non resta che attendere la decisione finale, che dovrebbe arrivare a metà dicembre.

A convincere gli esperti mondiali che si occupano di esaminare le proposte dei diversi Stati è stata soprattutto la valenza culturale del tartufo.

La “Cava e cerca” infatti non si occupa soltanto di cercare un tubero pregiato, ma coinvolge diversi fattori storici, antropologici e gastronomici.

Non per niente, il dossier presentato per la candidatura della ricerca del tartufo a Patrimonio dell’Unesco si intitolava “Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze pratiche e tradizionali”.

Il tartufo infatti rappresenta un vero e proprio patrimonio che ormai da secoli caratterizza ampie zone del territorio italiano. Andare alla ricerca del tartufo riunisce conoscenze vaste e diverse tra loro.

In primis, la conoscenza profonda dell’ambiente e del suo ecosistema, senza dimenticare l’importanza data al rapporto uomo-animale. Il “trifulau” e il suo cane, il fidato “tabui” infatti, collaborano per trovare il pregiato tubero.

Inoltre, il tartufo racchiude una vera e propria tradizione popolare, che si tramanda attraverso storie, aneddoti, pratiche e proverbi. È inoltre in grado di unire vita rurale, territorio e alta cucina.

La ricerca del tartufo candidata a Patrimonio dell’Unesco: tutti i dettagli

Il tartufo in Italia conta circa una decina di specie, ma il più famoso è senz’altro il tartufo bianco d’Alba, protagonista dell’omonima fiera internazionale.

E questa notizia non poteva essere più gradita per Alba, che è anche sede del Centro Nazionale di studi del tartufo.

Anche la Coldiretti non ha tardato a manifestare tutta la sua soddisfazione per questo importante traguardo.

Sul suo sito ufficiale, infatti, scrive che “La candidatura del tartufo a patrimonio dell’umanità è un passo importante per difendere un sistema segnato da uno speciale rapporto con la natura in un rito ricco di aspetti antropologici e culturali che sviluppa nei territori vocati un business stima in oltre mezzo miliardo di euro”.

Ora, dunque, non resta che attendere la decisione finale, prevista tra il 13 e il 18 dicembre.

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