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Torino, il negozio Semeraro chiuso per fallimento: da oggi super svendita delle ultime giacenze

Da Daniele Riefolo

Settembre 30, 2021

Torino, il negozio Semeraro chiuso per fallimento: da oggi super svendita delle ultime giacenze

Il Covid continua a mietere vittime, e dopo i tanti ristoranti chiusi, anche il colosso dell’arredamento Semeraro di Torino ha dichiarato fallimento.

L’insegna aveva nella Città della Mole due punti vendita, uno in  corso Grosseto 336 e l’altro in strada Settimo 380, ed entrambe chiuderanno.

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Il ridimensionamento era partito prima della crisi legata alla pandemia, con gli spazi espositivi ridotti che per il catalogo offerto. Il Covid 19 ha dato un ulteriore scossone che ha minato ancor più gli affari, fino a un punto di non ritorno.

Il Negozio Semeraro di Torino ha dichiarato fallimento: da oggi super svendita per gli oggetti rimasti in negozio

Per i torinesi Semeraro è stato un negozio di riferimento, capace di contrastare l’egemonia dei colossi multinazionali sul mercato.

Arredamenti per la casa, oggettistica e complementi di arredo facevano capolino all’interno dei due punti vendita cittadini, ma la pandemia ha minato le casse del negozio, portando alla triste chiusura.

La Torino 2 srl, società che gestiva in maniera diretta il marchio, ha dichiarato fallimento poco prima dell’avvio della stagione estiva.

L’udienza per l’esame dei creditori è fissata il prossimo 26 ottobre, quando chi ha diritto al credito comparirà di fronte al giudice.

Il curatore commercialista Davide Borla, nominato dalla giudice Carlotta Pittaluga, sta verificando lo stato passivo dei due negozi attraverso bilanci e l’analisi della situazione economica.

Uno dei due store, quello in strada Settimo 380 aprirà oggi le serrande per una svendita per ottenere liquidità. oggettistica, divani, camere, bagni, letti, armadi e complementi d’arredo verranno venduti a metà prezzo rispetto al loro valore sul mercato.

Gli oggetti in vendita sono le giacenze dei due negozi al momento della chiusura, prima che la società portasse i libri contabili in tribunale per l’istanza di fallimento.

La mossa è l’ultimo tentativo per incamerare liquidità da girare ai creditori dell’azienda e ridurre così eventuali pignoramenti.

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Daniele Riefolo

Laureato in Filosofia presso l'università degli studi di Bari, ha pubblicato diversi saggi e libri fin dal 2012, Vanta diverse collaborazioni con testate locali e nazionali ed esperto di comunicazione e marketing aziendale