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Crollo dei consumi pari a 7,8 miliardi in Piemonte: Ascom chiede il biennio bianco

Da Simone Nale

Aprile 03, 2021

Crollo dei consumi pari a 7,8 miliardi in Piemonte Ascom chiede il biennio bianco

Due anni senza tasse e senza vincoli di fatturato a tutte le imprese del commercio e del turismo.

Per un biennio bianco che possa annullare l’imposizione fiscale nazionale e locale, in modo da lasciare un po’ di respiro agli operatori che continuano a rispettare il rigore delle normative per contenere la Pandemia.

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Questo sono le richieste di centinaia di commercianti che negli ultimi giorni hanno protestato a gran voce contro le chiusure anti-Covid.

Istanze portate avanti soprattutto dall’Ascom al governo, alla Regione Piemonte e alle amministrazioni comunali del territorio per arginare il crollo dei consumi.

Il tutto all’interno di un documento approvato dal consiglio generale con i presidenti di tutte le categorie, per portare il personale delle imprese e del commercio allo stesso livello. E con le stesse tutele degli operatori d’interesse sanitario, da subito coinvolti nelle vaccinazioni.

Una terribile situazione quella che sta vivendo il mondo della piccola imprenditoria e del turismo piemontese.

Molti esercizi infatti sono rimasti chiusi per gran parte del tempo lavorativo a disposizione e parliamo di settori che oggi più che mai hanno bisogno di fiducia, ma soprattutto di garanzie per ricominciare.

Un futuro di ripresa che secondo le rivendicazioni dell’Ascom potrà avere luogo solo grazie a una defiscalizzazione totale per il biennio 2021-2022, attraverso politiche che puntino a salvare milioni di imprese, che solo con i ristori non ce la faranno a sopravvivere.

Crollo dei consumi pari a 7,8 miliardi in Piemonte Ascom chiede il biennio bianco

Chiusure per oltre il 60% dei giorni lavorativi

In questo anno ci sono stati negozi che sono dovuti rimanere chiusi per almeno un giorno su due, sebbene anche durante quei pochi giorni d’apertura l’attività fosse limitata dalle restrizioni sugli orari (come nel caso della chiusura alle 18 per le attività di somministrazione).

D’altro canto invece, i giorni di lavoro “pieno” sono stati solo 150, circa il 38,5% del totale.

I negozi dei abbigliamento, negli ultimi 13 mesi, hanno tenuto le porte serrate per più di 6 mesi, in quanto ritenuti “non essenziali”.

Mentre altre attività, come gli alberghi, non hanno avuto l’obbligo di chiudere, ma non hanno comunque potuto lavorare, con il turismo assente e adesso anche il ritorno della tassa di soggiorno.

Tutte problematiche di un settore imprenditoriale del Piemonte allo stremo, che hanno portato a un preoccupante crollo dei consumi.

La recessione del 2020 infatti ha fatto precipitare i consumi del 9%, per un valore di 7,8 miliardi di euro.

Se nel secondo trimestre le perdite ammontavano verso il 9 e l’11%, nei primi due trimestri invece i crolli sono stati del 32 e 31%.

Una situazione ancora peggiore per alberghi e pubblici esercizi, dove il fatturato registra una discesa del 70%, fino a giugno, e poi del 31% e del 54%, mentre le grandi piattaforme di e-commerce triplicano i fatturati con fiscalità al 3%.

Intanto Confesercenti aveva lanciato una campagna per sensibilizzare le istituzioni sui problemi del settore imprenditoriale, all’insegna dei sostegni, dei vaccini e delle riaperture.

Tutte richieste che però sono state disattese, in quanto al momento sia la politica degli aiuti che quella dei vaccini sono state fallimentari, con il prolungamento delle chiusure che sembra essere l’unica strada per il momento.

Meglio invece le pasticcierie in Piemonte

Il settore della gastronomia dolciaria e pasticciera registra un buon livello di fatturato rispetto a tutti gli altri.

Ovviamente i dati non sono comparabili a quelli del 2019, ma secondo Confartigianato la produzione e la vendita di prodotti dolciaria artigianali ha registrato un aumento del 25% in vista delle festività di Pasqua.

Ma bisogna ricordare comunque che il primo lockdown dell’anno scorso aveva causato perdite per oltre 40 milioni di euro nel mese di aprile solo per i prodotti di pasticceria.

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Simone Nale

Laureato in Scienze Umanistiche della Comunicazione all'Università di Torino. Appassionato di storia della televisione e nuovi media