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La Pandemia mette in ginocchio l’imprenditoria femminile del Torinese

Da Simone Nale

Febbraio 01, 2021

Palazzo Regione Piemonte in piazza Castello Torino

L’emergenza sanitaria in corso penalizza in particolar modo l’imprenditoria femminile della provincia di Torino, che paga il doppio delle conseguenze rispetto a quella maschile.

Una cattiva notizia soprattutto se ti tiene conto di quanto influiscano le attività di aziende guidate da donne sul tessuto imprenditoriale e sull’indicatore di benessere della nazione.

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Parliamo infatti della parità di genere, che in quanto principio giuridico rappresenta il progresso di una società nell’ambito economico, politico e sociale.

Nell’anno della Pandemia, 337 sono state le imprese che dopo la chiusura hanno dovuto dichiarare il fallimento.

Circa lo 0,7% delle aziende che già erano in attività nel 2019 hanno chiuso definitivamente i battenti come conseguenza delle misure anti-contagio.

Nonostante la chiusura forza delle attività e il divieto di spostamenti, sembra come l’imprenditoria maschile abbia tenuto meglio, registrando una discesa dello 0,33%.

Un dato atteso ma decisamente poco rassicurante.

L’imprenditoria femminile della provincia di Torino è costituita prevalentemente da piccole imprese, che di fronte alla crisi da Covid si sono trovate a dover reagire con più difficoltà.

Ad influire su questa tendenza negativa si aggiunge l’appartenenza di gran parte di queste ai settori più penalizzati dall’emergenza sanitaria: quelli di servizio alla persona e del turismo.

I dati preoccupano la Regione e solo nell’area metropolitana di Torino, 318 sono stati i comuni che hanno visto scendere il numero delle imprese guidate da donne del 50,9%.

La media del calo arriva al 14,3%, tuttavia in 14 comuni torinesi invece le imprese femminili sono aumentate del 25%.

Come nel caso del comune di Mappano che in quattro anni è riuscito a passare dalle 2 alle 46 aziende nel 2020.

Logo Regione Piemonte su sfondo bianco

A livello nazionale invece la situazione non migliora

Come si evince dall’ultimo rapporto di Unioncamere, le aziende femminili hanno dovuto fare i conti con il rifiuto dell’8% delle totali richieste di finanziamento.

Il 4% in più rispetto a quelle degli imprenditori maschi.

Una differenza di percentuali che si può riscontrare anche sul territorio della provincia di Torino.

Si tratta di un problema dovuto principalmente alla diffidenza da parte di chi deve erogare il credito.

Alle aziende femminili vengono infatti richieste maggiori garanzie rispetto a quelle guidate da maschi e come conseguenza si determina una certa debolezza delle imprenditrici sul tema del finanziamento.

Per far fronte a questo problema, a gennaio è stato inaugurato il progetto “Finance 4 women”.

Un lavoro della Global Thinking Foundation che si pone come obiettivo la fornitura alle giovani imprenditrici delle competenze necessarie per accedere al credito.

Il Coronavirus ha causato il crollo dello 0,4% del sistema imprenditoriale della provincia di Torino a differenza di quattro anni prima.

Una calo che tuttavia non si è distribuito imparzialmente, il che significa che l’esperienza in alcuni settori potrà aiutare quelli più in difficoltà.

I giovani imprenditori hanno infatti subito il contraccolpo più violento: rispetto a 4 anni fa, il 2020 ha determinato la perdita del 7,3% delle imprese.

Allo stesso modo anche le aziende femminili e maschili hanno ricevuto duri colpi, nonostante alcune differenze.

Gli imprenditori e i dipendenti di aziende della provincia di Torino si sono trovati a dover scommettere sulle loro attività, un rischio che la Regione deve assolutamente sostenere.

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Simone Nale

Laureato in Scienze Umanistiche della Comunicazione all'Università di Torino. Appassionato di storia della televisione e nuovi media