Appendino accusa automobilisti e difende la mobilità dolce

Troppi incidenti automobilistici e affida lo sfogo ai social. Difende ciclisti e monopattini.
Appendino accusa gli automobilisti e lo fa sui social. È domenica sera la sindaca di Torino non ci sta più. Troppi gli incidenti capitati in città e troppe polemiche sulla mobilità dolce.
E così scrive un post di sfogo che inizia “Adesso, basta” accusando gli automobilisti “che non rispettano le regole”. Inutile dire che in pochi minuti si è innesca la battaglia di commenti.
Continua l‘infinita polemica tra i sostenitori della mobilità dolce e coloro che utilizzano le auto. Una diatriba che, secondo la sindaca, vede social e giornali addossare troppe colpe o ai mezzi ecologici o alle scelte dell’amministrazione volte a favorire la mobilità sostenibile in città.

Il post sui social
La prima cittadina decide di affidare la sua opinione sui social e lo fa senza remore. Invita caldamente al rispetto delle regole perché “la sicurezza stradale è il più grave problema di sicurezza in città”“
E difatti i numeri sono allarmanti. Solo nel 2019 si sono registrati:
- 8409 incidenti
- 4253 feriti
- 27 morti
È questo l’elenco che la stessa sindaca fa presente nel suo post, riportando l’attenzione proprio sulla sicurezza stradale. Ha criticato i tanti (media compresi) che individuano come responsabili le infrastrutture (o i mezzi) e non i soggetti che non rispettano le regole.
C’è chi dà la colpa all’amministrazione e alle scelte innovative in fatto di mobilità sostenibile e chi accusa direttamente i ciclisti di essere responsabili degli incidenti. E invece l’Appendino accusa gli automobilisti e nei guidatori indisciplinati i veri colpevoli.
Parole dure che riaccendono la polemica visto che sotto il post si leggono già oltre 1600 commenti. Qualcuno approva, tanti criticano. Chi invita la sindaca a sperimentare di persona la nuova viabilità di piazza Statuto. Chi ricorda per una «Torino città green» bisognerebbe prima fare i conti con rotaie, sampietrini e buche che complicano la vita ai più.
Conclude con una domanda: “Lo vogliamo fare questo passo culturale o ci toccherà continuare a leggere questi numeri accompagnati da articoli che, fra le righe, ci dicono che la colpa è di tutti tranne che dei conducenti che non rispettano le regole?”