Crisi nera per musei e città d’arte: il Coronavirus svuota le città

Turismo: da Venezia a Torino le città sono vuote. 8-5 milioni di presenze in meno rispetto al 2019.
Crisi nera per musei e città d’arte: centri storici vuoti, sparite 34 milioni di presenze e 7,6 miliardi di euro di spese. Le grandi città d’arte non ripartono.
L’assenza dei turisti stranieri sta mettendo in ginocchio l’economia delle città d’arte italiane, in particolare di quelle maggiori. Roma, Venezia, Firenze, Torino e Milano, che insieme valgono oltre un terzo del turismo italiano, si apprestano a perdere nel 2020 quasi 34 milioni di presenze turistiche dall’estero.
Lo stop dei visitatori causerà infatti una perdita di 7 miliardi di euro circa di spese turistiche complessive, di cui 4,9 miliardi a carico del settore alloggio, della ristorazione e delle attività commerciali e dei servizi. A lanciare l’allarme è Confesercenti, su elaborazioni condotte sulla base delle previsioni di Tourism economics.
La situazione a Torino
A Torino, dopo la riapertura di inizi giugno, i numeri e i soldout facevano ben sperare. Molte le iniziative da parte dei musei, per invogliare i visitatori ma la mancanza di turisti stranieri si sente.
Il Museo Egizio, ad esempio, resterà aperto tutti i giorni del”intero mese di agosto. Altri musei hanno organizzato iniziative speciali per Ferragosto. La Fondazione Torino Museo, ad esempio, proprio per il giorno del 15 agosto, propone i musei ad 1 auro.
Ma sembrerebbe che tutto questo non serva a molto per sopperire alla mancanza dei turisti stranieri. È questa la principale causa della crisi nera per musei e città d’arte.
L’aggravante smartworking
Alla flessione dei turisti stranieri, non compensati dagli italiani, che hanno preferito mete balneari e borghi, va sommato la questione di una quota elevata di lavoratori ancora in smartworking.
Una quota destinata a non diminuire troppo fino alla fine dell’anno. I lavoratori agili sono circa il 13% e la loro assenza dai luoghi di lavoro sta causando la perdita di circa 250 milioni di euro al mese di spese per alloggio e ristorazione.

Le scelte degli italiani
Per quanto riguarda il turismo interno, si assiste ad un cambiamento per quanto riguarda le scelte degli italiani su dove trascorrere le proprie vacanze.
Viene infatti confermata una maggiore tendenza agli spostamenti di breve durata, prediligendo i viaggi di pochi giorni e possibilmente di breve raggio, prevalentemente verso mete marine o montane. Secondo Coldiretti, due italiani su tre (66 per cento) fanno poi pausa nei borghi, forse alla ricerca del “distanziamento sociale” e alla scoperta di tradizioni e prodotti meno conosciuti.
Ecco quindi che l’emergenza Coronavirus ha, sotto un certo aspetto, portato gli italiani ha riscoprire il proprio Paese, un fenomeno favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali.
Nel complesso il quando non è per nulla roseo e si auspica una ripresa per il 2021. Nel complesso, il quadro generale vede per ora la riapertura del 60 per cento degli alberghi, un ulteriore 20 per cento nelle città d’arte riaprirà a settembre, il 20 per cento non riaprirà.