Ambiente

Altra frana sul Monviso: il Re di Pietra è a rischio crollo

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Ancora una frana sul Monviso: è la seconda in pochi mesi

Un’altra frana sul Monviso è stata registrata nelle ultime ore.

Il Re di Pietra continua a dare segnali di fragilità e, con cadenze irregolari, perde pezzi piuttosto significativi. Nella giornata di ieri è stato accertato un fenomeno di caduta di materiali dalla parete Nord, la stessa che da tempo è al centro dell’attenzione per le sue sofferenze.

Arpa Piemonte si è immediatamente messa al lavoro per rendere note le proporzioni di questo spiacevole evento, che testimonia il pessimo stato di salute di uno dei gioielli paesaggistici della nostra Regione.

La frana dei mesi scorsi e le previsioni di Arpa

Alla fine del mese di dicembre dello scorso anno era già avvenuto un fenomeno piuttosto preoccupante. Ben 200mila metri cubi di roccia si erano staccati dalla montagna. Un fenomeno che aveva costretto l’ente regionale ad avviare delle indagini, inviando i propri  esperti a verificare le condizioni della vetta.

Monviso frana
Altra frana sul Monviso: il Re di Pietra è a rischio crollo

Il quadro della situazione che ne è emerso  ha evidenziato novità piuttosto preoccupanti. Dalle analisi dello scorso gennaio, infatti, è emerso che il verificarsi di altri crolli  sarebbe divenuto uno scenario sempre più concreto e frequente.

Le rilevazioni avevano messo in guardia anche sul fatto che i rischi di future frane si sarebbero potuti trasformare in realtà con maggiore semplicità, soprattutto in base alle condizioni climatiche (e per i loro cambiamenti).

Nei mesi scorsi, le constatazioni effettuate dai tecnici Arpa avevano quantificato le cifre dell’accaduto. Il distacco delle parti della roccia era avvenuto a quota 3200 metri, praticamente in cima al Torrione del Sucai. Gli elementi sono poi giunti fino a quota 2800 metri, coinvolgendo una superficie piuttosto estesa, di lunghezza compresa tra i 45 e i 55 metri. La potenza del fenomeno aveva fatto anche giungere a valle una manciata di massi piuttosto imponenti, di dimensioni comprese tra i 150 e 250 metri cubi.

Già ai tempi le previsioni degli esperti disegnavano un futuro poco roseo per il Monviso, anche vista la concreta possibilità che avvenga l’erosione del permafrost. Quest’ultimo è lo strato che rimane gelato perennemente: la sua fratturazione darebbe ulteriore credito  alla tesi della caduta graduale delle parti del Monte. Uno scenario che si spera sia  molto più lontano e meno devastante rispetto a quanto preventivato.

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