C’era una volta un autobus rosso a due piani che circolava a Torino: ve lo ricordate?

Richiama alla memoria i mezzi tipici di Londra, ma è italianissimo: è l’autobus rosso a due piani di Torino. Se siete nati tra gli anni ’50, ’60 e ’70, probabilmente ve lo ricordate. Girava tra le vie torinesi con il numero 64, ed è sempre stato oggetto di stupore e meraviglia tra i più piccoli.
Non un semplice mezzo di trasporto
Correva l’anno 1961, centenario dell’Unità d’Italia. Torino fu il punto cardine dei festeggiamenti: Italia 61, un’intera area espositiva, celebrava lo scattare del secolo per lo Stivale.
L’expo di Torino, quell’anno, richiamò più di quattro milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo. Le attrazioni principali furono la Monorotaia sopraelevata e l’ovovia che, passando sopra il Po, collegava il Parco del Valentino con il Parco Europa in collina.
Ma una parte in questa storia ce l’ha anche il mitico autobus rosso a due piani, il mezzo di trasporto che portava i visitatori direttamente a Italia 61. È stato richiesto appositamente dal Comune di Torino alla Viberti, che ne produsse 12 esemplari.
La base meccanica era quella del camion Fiat 682, il motore un turbodiesel da 180 cavalli. 12 metri di lunghezza e 4,12 di altezza, di un rosso fiammante che, accostato al crema, ricordava nella cromia i vecchi tram torinesi.
Il piano inferiore poteva contenere 20 passeggeri seduti e 70 in piedi, quello superiore arrivava a 47 posti a sedere. Inoltre, tutti i sedili – diversamente dai mezzi standard – erano imbottiti.
La caratteristica più sorprendente dell’autobus rosso a due piani di Torino era il sofisticato sistema che monitorava l’occupazione dei sedili del secondo piano. Ogni seduta aveva un sensore elettronico di peso che, se occupato, accendeva una spia del pannello luminoso posto al piano inferiore. In questo modo, il controllore poteva vedere in tempo reale quanti passeggeri erano presenti sul mezzo.

Che fine hanno fatto gli autobus a due piani di Torino?
Con al chiusura di Italia 61, i dodici autobus rossi continuarono a viaggiare fino al 1976, quando l’ATM decise di sacrificarne tre. Alla fine degli anni Settanta erano quattro i mezzi che continuavano il servizio. Nel 1981 smisero di circolare e vennero rottamati.
“Uno è rimasto per tanti anni nel cortile di una scuola per far giocare i bambini”, ricorda Stefano Cerrato, membro della ATTS (Associazione per la Tutela dei Tram Storici). Un altro, accuratamente restaurato, è stato esposto la scorsa estate all’interno del parco del Valentino.

Certamente rimane il ricordo di una Torino all’avanguardia, piena di sorprese e innovazioni che illuminavano lo sguardo dei cittadini e dei turisti.