Borgo Po, lo studio di Ezio Gribaudo secondo la House Hunter di Torino

Uno degli edifici più affascinanti della città, lo studio di Ezio Gribaudo.
Situato in via Biamonti 15, a Torino, è un progetto dell’Architetto Andrea Bruno, costruito nel 1974.
Camminando per Borgo Po alla ricerca di appartamenti capita di incontrare i dinosauri.
L’edificio in cemento armato che si trova in via Biamonti 15 è lo studio di Ezio Gribaudo. Artista, editore, collezionista, promotore culturale e viaggiatore instancabile che ha attraversato la storia dell’arte del XX secolo.
Tra i suoi temi più noti: i Flani, i Ligogrifi, i Concili e i Dinosauri.
Il grande dinosauro in pietra che vive in giardino sembra far guardia al suo studio. Sono i viaggi in Australia e Nuova Zelanda e prima ancora a New York.
Qui Gribaudo visita l’American Museum of Natural History con sua figlia Paola, a inaugurare la stagione dei dinosauri nella sua opera.
Questi scheletri colpirono Gribaudo che pensò di raffigurarli in chiave pop, usando tecniche e materiali diversi. Ad esempio la juta, la carta, il legno, la sabbia, il piombo, l’antimonio, il bronzo e il polistirolo, cercando di dar loro un’impronta contemporanea.
La struttura del corpo del dinosauro interessa a Gribaudo fino al punto di riproporlo in statue di varie dimensioni, utilizzate anche come arredo urbano e oggetti quotidiani.
L’edificio è in contrasto con il resto delle case di Borgo Po
Lo studio dell’artista è in cemento armato a vista con cubi che sporgono irregolarmente dalla facciata. Nessun pilastro, ma solo due strutture portanti ai lati e ampie finestre con vista sulla città. L’Artista comprò il terreno a 50 m da casa sua per costruire lo studio.
Chiese aiuto al suo amico e ex compagno di corso alla Facoltà di Architettura Andrea Bruno.
Il risultato è un’interessante testimonianza dell’uso di un linguaggio architettonico non convenzionale per l’epoca (1974) e per il contesto culturale torinese.
Camminare per le vie della città in cerca di case può riservare piacevoli sorprese. Il dinosauro di Ezio Gribaudo è forse una delle più bizzarre e sorprendenti.