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La Belle Époque di Toulouse Lautrec in mostra a Torino

Da Roberto Mazzone

Ottobre 22, 2016

Con circa 170 opere, tutte provenienti dalla collezione dell’Herakleidon Museum di Atene, arriva a Palazzo Chiablese di Torino, da oggi, 22 ottobre, e fino al 5 marzo 2017 una grande retrospettiva dedicata a Toulouse-Lautrec, l’aristocratico bohémien considerato il più grande creatore di manifesti e stampe tra il XIX e XX Secolo.

La mostra è organizzata dai Musei Reali di Torino e Arthemisia Group, con il patrocinio della Città di Torino ed è curata da Stefano Zuffi.

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Il percorso illustra l’arte eccentrica e la ricercata poetica anticonformista e provocatoria – tra le più innovative tra Ottocento e Novecento – di uno degli artisti oggi più apprezzati e ammirati; un’anima tormentata fin dall’infanzia, seppur pervasa da un fortissimo slancio ottimista e dalla consapevolezza della bellezza della vita. Una bellezza semplice, dai contorni volutamente sfumati e da vivere in momenti dissoluti, dai colori forti e spregiudicati e priva di abbellimenti, nei disegni come nelle tinte. Nessuno, dopo di lui, è stato in grado di rendere così “perfetto” il volto dell’imperfezione.

In mostra litografie a colori (come Jane Avril, 1893), manifesti pubblicitari (come La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893), disegni a matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali (come in La Revue blanche del 1895) diventati emblema di un’epoca indissolubilmente legata alle immagini dell’aristocratico visconte Henri de Toulouse-Lautrec.

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Rampollo di un’antica famiglia aristocratica del sud della Francia, nel 1881 il diciassettenne Henri decide di sfidare l’opposizione del padre, trasferirsi definitivamente a Parigi e diventare pittore. Non avrebbe potuto seguire le tradizioni di famiglia, una vita da gentiluomo di campagna o una carriera militare: a causa di una malattia genetica, la sua crescita si era fermata appena sopra il metro e mezzo, con gambe cortissime e problemi di eloquio. Nonostante i limiti fisici, Henri si inserisce senza difficoltà nel mondo bohémien degli artisti: i caffè-concerto e i cabaret, principali luoghi della vita notturna parigina di fine secolo, diventano il suo rifugio prediletto e alimentano i temi principali della sua arte. Fra coraggiose scelte di soggetti scabrosi e innovative ricerche espressive, Toulouse Lautrec trae ispirazione per i protagonisti delle sue opere soprattutto dal quartiere parigino di Montmartre e ne racconta la vita notturna, alternando l’animazione dei locali con istanti di quotidianità, sempre fissati con un effetto di grande immediatezza.

In poco tempo diventa uno degli illustratori e disegnatori più richiesti di Parigi; gli sono commissionati manifesti pubblicitari per le rappresentazioni teatrali, i balletti e gli spettacoli, oltre a illustrazioni d’importanti riviste dell’epoca, come la satirica Le Rire.

L’aristocratico visconte lascia la scena a trentasette anni, il 9 settembre 1901, alle soglie del XX secolo. Con lui si chiude un’epoca.

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Roberto Mazzone

Laureato in Scienze della comunicazione con un Master in Informazione, New Media e comunicazione plurimediale, conseguito nel 2012. Giornalista pubblicista, grande appassionato di teatro, inizia a frequentarlo come spettatore, e dal 2003 in qualità di operatore dell’informazione e critico teatrale, collaborando con numerose testate e webzine di settore, specializzandosi soprattutto nel teatro musicale. Giornalista pubblicista, è inoltre membro dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro e fa parte della giuria di PrIMO, il Premio italiano per il musical originale, ideato da Franco Travaglio.