Torino & turismo: nascono nel 1800 le prime guide per i visitatori della città

Il genere “guida turistica” è un genere che nasce in tempi piuttosto recenti. Nasce con l’o scopo di stimolare i turisti in modo più efficace rispetto alla letteratura di viaggio, un genere di scrittura più soggettivo, anche se ugualmente descrittivo.
La prima guida turistica concepita per un’informazione turistica oggettiva è una serie di manoscritti sull’Italia, intitolati “The Voyage of Italy” di Richard Lassels (1600-1700 circa).
I volumi descrivevano le bellezze classiche del Bel Paese ai visitatori aristocratici in viaggio per l’Italia.
Le prime creature di questo genere erano molto simili a inventari del patrimonio storico-artistico delle città più importanti. Solo più tardi conterranno anche informazioni riguardanti i servizi principali e consigli utili per un turista straniero.
La prima vera guida in senso moderno sull’Italia sarà opera del Touring Club Italiano nel 1894 e darà vita negli anni successivi alle famose Guide Rosse divise per regione.
Ben prima del 1894,però, è datata una delle prime guide di Torino (o probabilmente la prima).
“Lo scopo della pubblicazione della presente guida è quello di raccogliere tutte quelle notizie isteriche e circostanze che illustrano la città di Torino, ed altresì di porgere al viaggiatore tutte quelle nozioni che sono indispensabili a chi si accinge a visitare una città nuova”.
Inizia così, con un appello “Al Lettore”, la guida di Augusto Lossa, il “compilatore”, come si firma nell’ultima pagina.

”Una prima parte è dedicata ai “cenni preliminari su Torino antica e moderna”, la seconda alla “parte storica e amministrativa e notizie utili” in cui vengono descritte tutte le zone del capoluogo divise in sezioni (Dora, Moncenisio, Monviso, Po, Borgo Nuovo). L’ultima parte è dedicata ai regolamenti, alle tariffe e le spedizioni della Posta Lettere, le ultime due pagine alla “real casa di Savoia”.
Ciò che manca in questo volume sarà integrato in una nuova guida pubblicata nel 1863, sempre ad opere di Augusto Lossa.
Il titolo di cinque anni dopo cambierà in “Torino descritta o Guida storico amministrativa della città di Torino, indispensabile ad ogni forestiero e cittadino torinese”.
Come la precedente, il volume è privo di immagini, didascalico e molto fitto.
Qualche caratteristica positiva in più, qualcuna in meno. Mentre la prima guida divideva la città di Torino in sezioni, qui le vie, le piazze, i vicoli e i corsi sono semplicemente elencati in ordine alfabetico, senza distinzione di quartiere.
La scrittura è graficamente più monotona, povera di grassetti o caratteri più grandi che, per quanto poco accattivanti per gli standard grafici a cui siamo abituati oggi, nella prima guida rendevano la pagina più movimenta e interessante.
Dettaglio positivo che invece mancava nel primo volume è la parte dedicata ad alberghi, caffetterie e trattorie torinesi.
Questa caratteristica è importante e determinante per una guida turistica che si rivolge a persone che in una città devono vivere, dormire e mangiare.
Sono indicazioni preziose quanto la descrizione storica di un monumento e su cui poi si sono basate grandi guide turistiche negli successivi (come la famose Guide Routard).
Nel confronto con la precedente guida si può notare anche una curiosità.
Mentre nell’edizione del ’58 c’era un’intera parte dedicata alla comunicazione postale, nel ’63 la stessa parte viene sostituita da quella dedicata ai prezzi per le comunicazioni via telegrafo.
E’ significativo dell’evolversi della società in quegli anni: le prime linee del telegrafo vengono inaugurate a Torino intorno al 1850, ma solo nel 1861 si raggiungerà in Italia un collegamento totale con 355 uffici.
Le indicazioni sulla guida traducono questo cambio di abitudini tra i cittadini di Torino, ma più in generale in tutta la popolazione italiana.
Giulia Regis Masoero