Mole24 Logo Mole24
Home » Storia » Pio Manzù e quel viaggio che non arrivò a destinazione

Pio Manzù e quel viaggio che non arrivò a destinazione

Da Alessandro Maldera

Novembre 06, 2013

Pio Manzù è stato un talento straordinario dell‘industria automobilistica italiana. La sua breve ma intensa carriera lasciò un’impronta indelebile nel campo del design automobilistico. Nato a Bergamo nel 1939, Pio ha ereditato la passione per l’arte e il design da suo padre, il famoso scultore Giacomo Manzù. Fin da giovane, si è distinto per le sue abilità eccezionali nel campo del design industriale studiando presso la prestigiosa scuola di Ulm, la mecca del design accademico mondiale.

L’inizio di una carriera promettente

Dopo essersi laureato nel 1964, il designer ha attratto l’attenzione con la sua straordinaria abilità nel progettare arredi e automobili. La sua conoscenza tecnica dei materiali e la sua capacità di combinare estetica e funzionalità lo hanno reso una figura ambita nell’industria automobilistica italiana. Uno dei primi ad accorgersi del suo talento è stato Dante Giacosa, il celebre ingegnere che ha dato vita alla Fiat 500. Nonostante l’opposizione dei dirigenti Fiat, Giacosa ha insistito per avere il giovane come consulente esterno.

La rivoluzione della Fiat 127

Pio Manzù ha avuto l’opportunità di dimostrare il suo talento quando gli è stato affidato il compito di progettare la Fiat 127. Questo veicolo doveva essere una rivoluzione nel concetto di auto popolare e diventare un punto di riferimento nella produzione automobilistica mondiale. Nonostante la giovane età. aveva meno di 30 anni, l’uomo ha affrontato la sfida con determinazione e creatività.

In soli dodici mesi, il designer diede vita a una concept car che anticipava le caratteristiche della futura Fiat 126. Grazie a questa straordinaria impresa, è stato confermato come uno dei più talentuosi designer automobilistici del suo tempo. La Fiat 127 è stata poi prodotta in serie e ha riscosso un enorme successo, contribuendo a consolidare la reputazione di Manzù nell’industria automobilistica.

Pio Manzù e quel viaggio che non arrivò a destinazione
Pio Manzù e quel viaggio che non arrivò a destinazione

Un tragico incidente

Purtroppo, la carriera promettente  si interruppe in un tragico incidente. Il 26 maggio del 1969, mentre si dirigeva a Torino per presentare un modello in scala 1:1 della Fiat 127 ai vertici della Fiat, Manzù è stato colto da un improvviso colpo di sonno. L’auto uscì di strada vicino a Brandizzo, non lontano dal capoluogo piemontese.  Manzù, trasportato in ospedale, morì poco dopo a causa delle gravi lesioni riportate nell’incidente.

L’eredità di Pio Manzù

Nonostante la sua breve vita, l’uomo di Bergamo ha lasciato un’impronta indelebile nell’industria automobilistica italiana. Le sue creazioni sono ancora presenti sul mercato, come l’orologio da tavolo nel catalogo Alessi, il portaoggetti della Kartell e la lampada Parentesi di Flos, realizzata in collaborazione con Achille Castiglioni. Inoltre, il suo approccio innovativo al design ha influenzato profondamente il modo di concepire e realizzare automobili.

Pio Manzù è stato un visionario e un innovatore, capace di coniugare estetica e funzionalità in modo armonioso. Il suo lavoro continua a ispirare designer e appassionati di automobili in tutto il mondo, e il suo nome rimane un simbolo di eccellenza nel campo del design automobilistico italiano.

Articolo aggiornato il 06/12/2023

Alessandro Maldera Avatar

Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende