Diritto di Tribuna: ecco come i torinesi possono far valere i propri diritti

Tra i privilegi che Torino può vantare rispetto alle altri grandi città italiane, c’è uno strumento caratteristico in quanto a democrazia e partecipazione dei cittadini: il “Diritto di tribuna“.
Si tratta di uno strumento a disposizione dei cittadini, ma non tutti ancora ne conoscono l’esistenza.
In realtà è solo un primo step di un percorso cui si ha diritto raccogliendo un numero minimo di firme. L’ufficio stampa del Comune provvede ad organizzare una conferenza stampa permettendo ai promotori della petizione in questione di far conoscere le loro problematiche ai giornalisti e alle tv locali.
Poi gli appellanti vengono convocati dalla Commissione competente e infine la delibera di iniziativa popolare viene discussa e votata in Sala Rossa.

Il Diritto di tribuna si inserisce in questo modo nel contesto della partecipazione popolare all’attività del Consiglio Comunale, seguendo l’esempio e la filosofia degli “Speaker corner” londinesi. Quegli spazi aperti in cui i cittadini possono esprimere le loro idee o il loro malcontento tramite comizi improvvisati.
Torino è l’unica grande città italiana che ha questo privilegio istituzionale
Merito dall’ex-presidente del Consiglio comunale Mauro Marino, sei legislature addietro, che ha voluto fortemente portare a Torino “Il Diritto di Tribuna”.
Negli ultimi quattro anni il Comune ha convocato una media di 15-20 diritti di tribuna all’anno. Se si denuncia un problema relativo solo al quartiere, il numero minimo di firme da raccogliere per essere convocati è 350. Nel caso in cui la problematica sia di interesse cittadino, il quorum di firme necessario sale a 5000.
Tra i tanti diritti di tribuna di questi ultimi anni, da ricordare due che hanno fatto notizia. Quello chiesto e ottenuto dal “Comitato per l’acqua pubblica di Torino“, finalizzato a chiedere al Consiglio comunale che fosse inserito nello statuto del Comune un articolo che specificasse che l’acqua è un bene pubblico .E quello promosso da alcuni cittadini per richiedere un ascensore olimpico efficiente per i disabili.
Riccardo Ghezzi