La prima rappresentazione Bohème al Teatro Regio di Torino

La Bohème, opera in quattro quadri del compositore lucchese Giacomo Puccini, è stata rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino.
Era il 1° febbraio del 1896, diretta dall’allora giovane Arturo Toscanini.
Dopo questo primo allestimento se ne contano, almeno, 25 realizzati presso l’ente lirico torinese.
Le cronache del tempo raccontano di liti avvenute tra Puccini e Ruggero Leoncavallo, poiché entrambi stavano lavorando allo stesso soggetto. Una fida, quella tra i 2 compositori, su chi fosse in grado di comporre l’opera migliore, partendo dallo stesso tema.
Quest’ultimo era, appunto il libro Henri Murger Scene della vita di Bohème
Il libretto, a cura di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ebbe quindi una gestazione alquanto complessa. La difficoltà era nel fatto di adattare le situazioni ed i personaggi del testo originario alla partitura musicale. Un’opera infarcita di numerosi tagli e varianti che Puccini esigeva.
Al debutto, l’opera ebbe successo di pubblico, ma la critica torinese espresse qualche perplessità: per Carlo Bersezio, Bohème è «l’errore di un momento».
Un giudizio, forse, dovuto al fatto che (si dice) Toscanini non amasse particolarmente la musica di Puccini, il quale, in occasione della terza rappresentazione – al Teatro Massimo di Palermo – ridusse il II° atto – Quartiere Latino – conferendo così all’opera un proprio equilibrio.
La Boheme
La prima rappresentazione della Boheme, come le altre, è ambientata a Parigi nel 1830.
Qui, si racconta la vita di giovani artisti bohémien attraverso numerosi episodi. Come detto l’opera musicale si divide in 4 quadri, ambientati in luoghi e periodo dell’anno diversi.
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Roberto Mazzone