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Dimissioni medici Torino 2024: uno al giorno lascia il lavoro

Da Alessandro Maldera

Maggio 27, 2024

medici con camice bianco di spalle in corridoio ospedale

Il fenomeno dell’esodo medico rappresenta un’autentica emorragia di competenze e risorse umane per il Piemonte. Secondo dati allarmanti, circa un medico al giorno decide di abbandonare il proprio incarico, rassegnando le dimissioni.

Un Fenomeno Globale

Le dimissioni medici Torino 2024 non sono un problema isolato, ma un fenomeno di portata globale che preoccupa l’intera nazione e non solo. Un turn over volontario si interseca con una carenza sempre più significativa di personale, un problema che interessa tutta l’Europa e che, secondo le stime, porterà a una mancanza di circa 7 milioni di lavoratori entro il 2030.

Le cause del malessere

Tra i fattori principali che spingono i lavoratori a dimettersi sono la rabbia e l’idea che il lavoro possa compromettere la salute stessa dei professionisti. Sintomi come l’aumento del consumo di tabacco, sindromi depressive e ansia accompagnano spesso le dimissioni.

medici di spalle in corridoio ospedale

Dimissioni medici Torino 2024: un’analisi dettagliata

Entrando nel vivo della situazione regionale, emerge che le donne abbandonano il posto di lavoro più frequentemente rispetto ai colleghi uomini, rappresentando il 53% del totale delle dimissioni. Infatti, le donne cercano condizioni lavorative che agevolino maggiormente la conciliazione tra vita privata e professionale. Analizzando la distribuzione territoriale del fenomeno, emerge che le ASL di periferia sono quelle più colpite. L’ASL di Alessandria detiene il primato negativo, seguita dal Verbano Cusio Ossola, dove la presenza di medici a gettone è fondamentale per garantire i servizi essenziali.

Torino, invece, non svetta in senso negativo, posizionandosi al di sotto della soglia regionale per dimissioni spontanee. Tuttavia, alcune specialità risentono in modo particolare di questa tendenza, come gli anestesisti e gli psichiatri, che rappresentano circa il 7% delle dimissioni, quasi il doppio della media nazionale. Secondo Rivetti, questo è un sintomo inequivocabile della crisi che sta attraversando la psichiatria, con un numero insufficiente di medici e un aumento delle patologie.

Lo Studio “Supporto agli Operatori Sanitari”

Una ricerca condotta su oltre duemila sanitari, denominata “Supporto agli operatori sanitari”, ha gettato luce sulle problematiche che minano il benessere di questi professionisti. Sebbene una retribuzione inadeguata rappresenti una delle principali criticità, soprattutto per infermieri, educatori, psicologi e ostetriche, non è stata identificata come il fattore primario di disagio.

I maggiori elementi di stress e insoddisfazione emersi dallo studio sono il carico di lavoro eccessivo e la sensazione che il proprio ruolo e le proprie attività non siano adeguatamente riconosciuti dal sistema in cui operano. Tra i commenti dei partecipanti, vengono segnalati come fonti di insoddisfazione il taglio delle risorse, la burocrazia, l’organizzazione inadeguata e gli spazi di lavoro insufficienti. Inoltre, si registra una diffusa sfiducia verso qualsiasi iniziativa di miglioramento, demotivazione e un crescente interesse verso il settore privato da parte di chi opera nella sanità pubblica. Tuttavia, solo il 23% dei partecipanti ha dichiarato di aver ricevuto o di aver individuato autonomamente forme di supporto adeguate.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende