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Crisi delle vocazioni sacerdotali a Torino: i preti sono sempre meno

Da Alessandro Maldera

Maggio 09, 2024

2 preti vestiti di bianco davanti duomo Torino

Negli ultimi decenni, la Chiesa cattolica in Italia, e in particolare nelle diocesi di Torino e Ivrea, ha affrontato una sfida significativa: il calo costante del numero di sacerdoti. Questo fenomeno, che ha radici profonde, si è riverberato in modo allarmante sulla vitalità della comunità ecclesiastica locale, con implicazioni che vanno ben oltre la semplice diminuzione numerica del clero. Mentre la società italiana sperimenta profondi cambiamenti socioculturali, la Chiesa si trova a dover riadattare la propria struttura e approccio pastorale per far fronte a questa nuova realtà.

Declino numerico dei Sacerdoti

Secondo i dati ufficiali, il numero di sacerdoti nella diocesi di Torino è passato da quasi 2.000 negli anni ’50 a soli 890 nel 2020, poco prima dell’inizio della pandemia di Covid-19. Nella diocesi di Ivrea, la situazione non è molto diversa: da 364 sacerdoti nel 1950 si è scesi a soli 110 nel 2021. Questi numeri riflettono un calo drastico delle vocazioni sacerdotali, che ha avuto un impatto significativo sulla capacità della Chiesa di servire adeguatamente la propria comunità.

L’Impatto sulla Vita Parrocchiale

La diminuzione del numero di sacerdoti ha avuto ripercussioni dirette sulla gestione delle parrocchie. Mentre nel 1950 le diocesi di Torino e Ivrea contavano rispettivamente 332 e 144 parrocchie, oggi il numero è salito a 347 e 141. Ciò significa che i parroci devono spesso occuparsi di più comunità contemporaneamente, assumendo il ruolo di “commessi viaggiatori” delle anime. Questa situazione ha inevitabilmente influenzato la qualità dell’assistenza spirituale offerta ai fedeli.

Declino delle attività parrocchiali

Parallelamente alla diminuzione del numero di sacerdoti, si è assistito a un calo delle attività parrocchiali, in particolare quelle rivolte ai giovani. Secondo le stime, solo una parrocchia su tre può oggi offrire un oratorio attivo, con iniziative sporadiche e saltuarie. Questo ha comportato una riduzione delle opportunità di aggregazione e formazione per le nuove generazioni, mettendo a rischio il ricambio generazionale all’interno della Chiesa.

Calo della Partecipazione Ai Sacramenti

Uno degli indicatori più preoccupanti della crisi che sta attraversando la Chiesa è il calo della partecipazione ai sacramenti, in particolare alla confessione. Studi recenti hanno rilevato che solo l’1% dei cattolici si confessa regolarmente, nonostante gli sforzi per rendere più accessibili gli orari di disponibilità dei sacerdoti. Anche la partecipazione alle messe domenicali ha subito una flessione negli ultimi anni.

Cause della crisi Vocazionale

Diverse sono le cause che hanno contribuito alla crisi vocazionale che sta attraversando la Chiesa in Italia. Tra queste, possiamo annoverare i profondi cambiamenti socioculturali, la secolarizzazione della società, la diminuzione dell’influenza della Chiesa nella vita pubblica e l’emergere di nuove forme di spiritualità e di impegno sociale alternative.

Ruolo dei movimenti cattolici

Nel passato, i movimenti e le associazioni cattoliche hanno svolto un ruolo fondamentale nel sostenere la vitalità della Chiesa, offrendo “manodopera” giovanile per l’attività pastorale. Tuttavia, con i pontificati di Benedetto XVI e Francesco, si è assistito a una sorta di “ridimensionamento” e “declassamento” di questi movimenti, limitandone l’azione.

La Riforma Pastorale in Atto

Consapevole della gravità della situazione, l’arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, sta avviando una riforma pastorale delle parrocchie di Torino. L’obiettivo è quello di riorganizzare la presenza del clero, in modo che i sacerdoti possano occuparsi di più comunità contemporaneamente, diventando una sorta di “commessi viaggiatori” delle anime. Questa strategia, già adottata nella diocesi di Ivrea, mira a garantire una presenza capillare del ministero sacerdotale nonostante la carenza numerica.

Coinvolgimento dei Laici

Per far fronte alla carenza di sacerdoti, la Chiesa sta promuovendo un maggiore coinvolgimento dei laici nella vita parrocchiale. Attraverso l’istituto del diaconato permanente e il ruolo di ministri straordinari dell’eucaristia, i fedeli possono contribuire attivamente alla vita liturgica e all’assistenza spirituale della comunità.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende