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Museo della Frutta di Torino: un viaggio particolare a San Salvario

Da Alessandro Maldera

Gennaio 23, 2024

Il Museo della Frutta di Torino è un luogo unico dedicato alla storia e all’evoluzione della frutticoltura. Situato nel quartiere di San Salvario, il museo ospita una collezione straordinaria di oltre mille frutti artificiali in plastica, realizzati nella seconda metà dell’Ottocento da Francesco Garnier Valletti. Un patrimonio storico-scientifico che racconta la storia della Stazione Sperimentale Agraria, diventata poi la Regia Stazione Chimico-Agraria nel 1871.

Un passato da conservare

Il polo museale è legato alla storia della Stazione Sperimentale Agraria del 1871: un punto di riferimento per la ricerca scientifica nel settore agricolo. Inizialmente situata presso il Regio Museo Industriale di via dell’Ospedale, la Stazione si trasferì successivamente nella palazzina appositamente costruita in via Ormea nel 1895. Tuttavia, a causa della necessità di moderni laboratori e servizi adeguati, il museo è stato trasferito nel 2006. Adesso la sede è in via Giuria 15, nel quartiere di San Salvario.

La Città di Torino, in collaborazione con l’Università degli Studi, si è assunta la responsabilità di dare una nuova collocazione al patrimonio storico della Stazione. Così, quest’ultima ha permesso di trovare una sede adatta nel Palazzo degli Istituti Anatomici, un importante esempio di architettura dell’Ottocento che sottolinea l’importanza della ricerca scientifica nella storia di Torino.

La rivoluzione industriale della frutticoltura

Il Museo della Frutta di Torino racconta la storia della rivoluzione industriale della frutticoltura. Tra l’Ottocento e il Novecento, la produzione ortofrutticola è passata da un’attività artigianale a una industriale. Questo grazie all’introduzione di nuovi metodi di coltivazione, di conservazione, distribuzione e consumo. Insomma, una trasformazione che ha avuto un impatto significativo sulla società e sulle abitudini alimentari.

Una delle innovazioni più importanti che ha rivoluzionato la frutticoltura è stata la conservazione mediante il freddo. Negli anni Venti, la Stazione Sperimentale Agraria ha fatto di questo processo uno dei suoi settori di punta nella ricerca. Infatti, questa tecnologia ha permesso di conservare i prodotti agricoli ben oltre la stagione della raccolta, estendendo il loro periodo di disponibilità e ampliando il raggio della loro distribuzione. L’introduzione del frigorifero industriale e domestico ha cambiato radicalmente il settore agricolo e ha avuto un impatto profondo sulla vita quotidiana delle persone.

Conservazione e valorizzazione della Biodiversità

Il Museo della Frutta di Torino ha un duplice obiettivo:

  • conservare e valorizzare la collezione pomologica e i beni storico-scientifici della Stazione Sperimentale Agraria
  • promuovere la conservazione della biodiversità

Infatti, nel corso del tempo, la coltivazione e la disponibilità commerciale di varietà di frutti si sono drasticamente ridotte. Tuttavia, il polo museale si impegna a promuovere la riscoperta e il recupero di queste varietà, contribuendo alla valorizzazione della qualità nel settore agroalimentare.

Inoltre, qui, è possibile scoprire un aspetto poco conosciuto della storia di Torino: la ricerca scientifica nel campo botanico e agronomico. Questa ricerca, che affonda le sue radici nell’Illuminismo, ha contribuito al progresso scientifico e all’educazione popolare. Per questo, l’area offre un percorso che permette di immergersi nell’atmosfera e nella cultura dell’epoca del positivismo, sottolineando l’importanza della ricerca scientifica nel rilancio della città.

Collezione Pomologica e l’allestimento del museo

Il percorso si apre con uno spazio dedicato al quartiere San Salvario, che è stato un centro di ricerca botanica e agronomica torinese per molti anni. Qui, nel 1729, fu creato l’Orto Botanico presso il Castello del Valentino

La collezione pomologica del Museo della Frutta comprende oltre 1000 modelli di varietà di frutti e ortaggi, realizzati da Francesco Garnier Valletti. Questa collezione è stata acquisita nel 1927 dalla Regia Stazione Chimico-Agraria e si è arricchita nel corso degli anni con nuovi modelli di frutti e ortaggi. Attualmente, il museo espone circa 1100 modelli di frutti e ortaggi, mentre gli altri esemplari sono conservati nel deposito del museo e consultabili su richiesta.

L’allestimento del Museo della Frutta si ispira all’allestimento storico della collezione, grazie alle immagini fotografiche dell’epoca. Gli armadi vetrati, restaurati e collocati nel museo, ospitano i modelli di frutti e ortaggi e crea un’atmosfera evocativa. Oltre ai frutti, il polo museale espone anche oggetti storici, come gli eleganti vasi di vetro e gli arredi originali della Stazione, che testimoniano l’attività della Sezione negli anni Trenta del Novecento.

Futuro del Museo della Frutta

Il Museo della Frutta di Torino è un luogo che testimonia la ricca storia della frutticoltura e la sua evoluzione nel corso del tempo. Tuttavia, il museo non si ferma al passato, ma guarda al futuro. Attualmente, è in corso il “Progetto Museo dell’Uomo”, che mira a creare un polo museale dedicato alla storia della ricerca scientifica a Torino. Questo progetto permetterà di ampliare ulteriormente le conoscenze sulla storia della frutticoltura e di rendere il museo ancora più attrattivo per i visitatori.

Il polo museale rappresenta un importante patrimonio storico e scientifico, che merita di essere conservato e valorizzato. Infatti, la sua collezione pomologica e il suo allestimento, il museo ci permette di fare un tuffo nella storia della frutticoltura e di apprezzare l’importanza della ricerca scientifica nel settore agricolo.

Informazioni Utili

  • Indirizzo: Via Pietro Giuria – Torino 
  • Orario:
    • Dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle ore 18
  • Telefono: 011-6708195
  • Prezzo d’ingresso:
  • Intero 3 euro – Ridotto 1,5 euro
  • Mercoledì ingresso gratuito
  • Per maggiori informazioni cliccare qui.
  • Posizione geografica del Museo della Frutta di Torino

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende