Torino: i vandali colpiscono le statue del giardino Sambuy

Nella notte, un gruppo di vandali ha perpetrato un attacco senza precedenti alle opere d’arte della mostra “CLOveCHARD” nel giardino Sambuy di Torino. Purtroppo, gli sforzi positivi di sensibilizzazione dell’esposizione sono stati oscurati dai gesti violenti, che hanno colpito le quindici opere d’arte posizionate sulle panchine del giardino.

L’attacco dei vandali al giardino Sambuy di Torino

Le opere d’arte dei giardini hanno subito un’azione di vandalismo estremamente crudele. Un caso emblematico è quello della scultura di Mirco Andreis, alla quale i teppisti hanno letteralmente tolto il cuore. Altre opere, però, hanno subito danni ancora più gravi, come amputazioni di mani, piedi e teste.

Gli organizzatori hanno espresso profonda indignazione per l’accaduto, sottolineando come chi viola l’arte con violenza gratuita non potrà mai avere rispetto per l’essere umano. D’altra parte, gli scultori si sono comunque mostrati contenti di aver fatto da “parafulmine” con le loro sculture, salvando da botte e insulti i veri clochard di piazza Carlo Felice.

Nonostante l’irreparabile danno causato alle opere, gli organizzatori si sono adoperati per riparare come possibile i danni e riportare le sculture al loro originale posizionamento sulle panchine. Un gesto simbolico, anche perchè l’esposizione chiuderà proprio nella giornata di oggi.

L’azione di valdalismo che non sconfigge il messaggio della mostra

Al momento, le forze dell’ordine non hanno identificato gli autori degli atti vandalici alle opere d’arte: le indagini, però, sono ancora in corso per assicurare i responsabili alla giustizia. L’attacco degli scorsi giorni, purtroppo, non sarebbe neanche il primo alle opere della mostra. Infatti, gli organizzatori hanno riferito che le sculture erano più volte state prese a calci e pugni.

Nonostante questi gesti, l’esposizione ha comunque riscosso molto successo tra i torinesi. In particolare, sono state molte le classi che hanno fatto visita ai manichini e che hanno potuto riflettere sulla condizione degli “invisibili” della città. Tantissimi, inoltre, i passanti colpiti dalla mostra che hanno poi donato abiti, coperte e offerte per i senzatetto alle associazioni del terzo settore.

Asja D’Arcangelo