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Re Cozio: una storia di alleanza e amicizia con Roma

Da Alessandro Maldera

Ottobre 05, 2023

Il regno di Re Cozio è un capitolo affascinante nella storia delle Alpi Cozie. Un grande sovrano, capo di una confederazione di tribù liguri, governò sulle terre che si estendevano su entrambi i versanti alpini. La sua figura è spesso dimenticata, ma merita di essere ricordata per l’alleanza e l’amicizia che seppe instaurare con l’Impero Romano. Cozio sigillò la sua amicizia con Roma e contribuì alla trasformazione di Segusium, l’odierna Susa, in una città dell’Impero.

L’alleanza con Roma

La sua storia inizia con il padre, Donno, che fu testimone del passaggio di Giulio Cesare sulle Alpi. Fu Donno il primo a stringere un trattato d’amicizia con i Romani, consentendo loro il passaggio sul Valico del Monginevro. Nonostante le guerre civili, i rapporti tra le popolazioni locali e i Romani non si interruppero completamente, e Cozio continuò la politica di suo padre. Durante questo periodo, molte tribù galliche si ribellarono, ma egli mantenne un atteggiamento prudente, cercando di evitare conflitti diretti.

La pace e l’Arco di Augusto

Con il ripristinarsi del potere imperiale sotto il comando di Cesare Augusto, le rivolte nelle Gallie furono stroncate con fermezza. Nel 13 a.C., firmarono un trattato di pace che sancì la fine delle ostilità e l’inizio di un nuovo periodo di cooperazione. Per celebrare questo evento, Cozio fece erigere l’Arco di Augusto a Susa, un monumento che testimonia l’amicizia tra il sovrano liguro e l’Impero Romano.

I popoli del suo regno

Tramite i monumenti eretti da Augusto, come il trofeo di La Turbie e l’arco di Susa, possiamo avere un resoconto dei popoli che facevano parte del regno di Cozio. Sul versante piemontese, c’erano i Segusini, che abitavano Segusio (l’odierna Susa) e il cui territorio si estendeva da Ocelum a Villardora, fino al colle del Moncenisio.

Altri popoli importanti erano i

  • Vennavi della Val Cenischia
  • Belaci tra Salbertrand e Bardonecchia
  • Segovii nella conca di Goesao (Cesana)
  • Iemeri nella Valle Chisone
  • Maielli nella Valle Pellice
  • Vibelli nella Valle del Po

Nel versante francese, troviamo i Savincates, presenti anche nell’alto corso della Durançe, i Caturigi nella città di Chorges, i Tebavi nella valle dell’Ubaye, gli Ectini e i Veamini nella valle della Tinèe, i Venisani fra il colle del Lautaret e Briançon, i Medulli nella Morienne e i Quariati nel territorio del Queyras.

La trasformazione di Segusium

Sotto la guida di Cozio, tutta la Valle di Susa subì una profonda trasformazione. La piccola città divenne un importante centro dell’Impero Romano, arricchendosi di marmi e monumenti pubblici. Egli latinizzò il suo nome in Marcus Iulius Cottius, fu nominato praefectus civitatis e ottenne la cittadinanza romana. Questo gesto dimostra la volontà dei Romani di creare un solido legame con le popolazioni locali, soprattutto considerando l’importanza strategica del valico del Monginevro per l’accesso alle Gallie.

L’eredità di Cozio

Dopo la sue morte, il regno venne identificato con il nome di Alpes Cottiae, che prima erano note come Alpes Taurinae. Il mausoleo di Cozio continuò ad essere un luogo di venerazione, e la sua figura fu considerata un esempio di re giusto e previdente. Nonostante la latinizzazione dei costumi e delle leggi locali, le popolazioni mantennero la loro devozione verso i loro dei, affiancati e identificati con quelli romani solo in seguito.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende