Torino, addio ai centri di cottura per le mense scolastiche

Mense scolastiche a Torino: pasti pronti provenienti dai centri di cottura o piatti freschi?
Arriva nell’istituto comprensivo Adelaide Cairoli di Torino la volontà di sperimentare il ritorno alla cucina, offrendo agli studenti piatti freschi e mettendo da parte i mega centri di cottura.
Carlotta Salerno, assessore alle politiche educative, coglie l’occasione per sottolineare quali debbano essere le caratteristiche del servizio di ristorazione torinese. La mensa deve essere fresca, i piatti devono essere cucinati in loco e non nei gradi centri di cottura distanti chilometri. I pasti da offrire agli studenti devono, possibilmente, essere preparati nei fornelli a pochi metri dai refettori oppure in cucine che facciano da poli nei complessi scolastici che si trovano nella stessa area.
Addio ai pasti pronti per le mense scolastiche di Torino: i dettagli
Chi prende parte all’iniziativa è perché ci crede profondamente. L’obiettivo è quello di rendere più gradevole il pasto, ridurre le tempistiche, assicurare le temperature e ridurre gli sprechi alimentari.
Ma oltre a tali fattori, un’altra caratteristica fondamentale della mensa scolastica dev’essere la personalizzazione. La mensa fresca deve essere al centro del processo, ed è l’occasione giusta per:
- Rendere più efficace la componente didattica ed educativa nel momento di un pasto
- Posare maggiore attenzione sulla sostenibilità ambientale
- Superare eventuali maggiori costi
- Aumentare la soddisfazione dei bambini e delle loro famiglie
L’obiettivo di questa iniziativa è quello di aumentare a Torino il numero di nidi e di scuole che usufruiscono delle cucine a portata di refettorio.
Si tratta di un passaggio complesso, in cui il Comune di Torino assicura circa 35.000 pasti giornalieri. Tutto ciò significa arrivare a circa 6 milioni l’anno.
A circa 5.000 bambini verranno, inoltre, offerti menù alternativi: non si tratta esclusivamente di ragioni religiose o culturali, o ancora di preferenze. Bensì, occorre sempre ricordare l’esistenza di patologie legate all’alimentazione, come il favismo o la celiachia. Per questo motivo il Comune di Torino risponde a tali esigenze con piatti ad hoc.
Salerno conferma che si cercherà di andare il più possibile incontro alle famiglie: non ci sarà un menù standard ma sarà diverso ogni giorno, adattandosi ad ogni fascia d’età e di crescita.