Torino, attività fallite: un negozio su dieci si arrende.
Da Alessandro Maldera
Maggio 29, 2020
Torino, attività fallite: un negozio su dieci non riaprirà a causa del coronavirus.
È uno stato di crisi quello dei negozi torinesi chiusi da due mesi per l’emergenza sanitaria in corso.
A chi faticava nel far quadrare i conti già prima, pandemia e lockdown hanno dato il colpo di grazia definitivo accelerandone la chiusura.
C’è da considerare anche le attività aperte ad oggi ma che chiuderanno a settembre. Scenario prevedibile se si pensa ai tempi di disdetta per l’affitto o le trattative per la cessione dell’attività.
Lo scenario
A circa una settimana dall’apertura a Torino diverse sono le attività fallite.
Quasi tutti provano a ripartire ma per molti è una scommessa su un futuro dai contorni estremamente vaghi.
Il grande problema è la liquidità: la maggior parte non riuscirà a sostenere i costi per molto tempo.
Giugno, inoltre, probabilmente sarà il periodo più probabile per il picco della crisi economica.
Sarà in autunno che capiremo le conseguenze di questa pandemia.
Non solo perché potrebbe esserci una recrudescenza del virus, ma anche perché ci sarà il resoconto del primo trimestre.
Il comune di Torino cerca di sostenere i commercianti per facilitare la riapertura con misure straordinarie.
Sospende i pagamenti come il canone dell’occupazione del suolo pubblico, che al momento, è gratis.
Ma non sembra essere sufficiente. I canoni d’affitto sono la vera spada di Damocle per le attività commerciali.
Da una parte per risparmiare si può puntare su superfici piccole ma questo significa anche minor numero di clienti.
Dall’altra parte maggiori superfici corrispondono a maggiori costi. Un dilemma difficile da risolvere che potrebbe far aumentare il numero di attività fallite a Torino.
Tanti negozi storici iniziano a chiedersi se ne valga la pena riaprire in queste condizioni di precarietà.
Per rendersi conto delle attuali chiusure basta osservare di “vendesi” e “affittasi” che iniziano a comparire nelle vetrine di molti negozi in tutta la città.
Cosa potrebbe accadere
Si prospetta un futuro non roseo data la probabilità di numerosi negozi falliti a Torino.
Questo porterà anche ad un ripensamento sui temi quali la rigenerazione urbana. Cosa si farà degli spazi vuoti nei prossimi anni?
I locali sfitti potrebbero essere utilizzati per diverse necessità, alcune idee:
- come magazzini per la logistica dell’ultimo miglio
- locali ripensati nel settore dei servizi alla persona
Il piccolo commercio, in pratica, naviga a vista. Riaprendo mettono in moto costi fissi che scoraggiano se non hanno lo stesso movimento di prima.
Alessandro Maldera
Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende