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Aumento dei prezzi a Torino: carrello della spesa più caro.

Da Alessandro Maldera

Maggio 07, 2020

aumento dei prezzi a torino di alimentari, frutta e verdura

Aumento dei prezzi a Torino per gli alimentari: frutta (+8,4%), verdura (+5%) ma anche di latte (+4,1%) e salumi (+3,4%)

Il carrello della spesa, ad Aprile, ha registrato un aumento rilevante per molti prodotti alimentari. In completa contrapposizione con l’inflazione che, nello stesso mese, base tendenziale si è azzerata. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sull’impatto del lockdown sui prezzi dei prodotti alimentari sulla base dei dati Istat relativi ad aprile.

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Prezzi in salita vorticosa

Anche la Codacons, l’associazione che opera a tutela dei diritti dei consumatori, ha confermato l‘aumento dei prezzi. Questo vale sia per i supermercati che per i rivenditori più piccoli ma ci sono alcuni prodotti che hanno evidenziato un aumento rilevante. Alcuni esempi:

  • cavolfiore ha registrato un aumento del +233%
  • zucchine e broccoli +88%.
  • Carote +50%
  • arance +44%,

Il fenomeno dell’aumento dei prezzi in piena emergenza sanitaria è stato rivelato anche sul web. Molte catene di supermercati hanno bloccato i prezzi dei beni di prima necessità, come Coop Conad. Questo però non ha fermato alcuni sciacalli online come il caso di pasta venduta a 12 euro al Kg.

Uno dei motivi dell’aumento dei prezzi è stato sicuramente la volontà degli italiani di fare il pieno di vitamine. Questa decisone è dettata dalla necessità di rafforzare il sistema immunitario contro il virus del Covid-19. Il lockdown e l’obbligo di restare a casa ha ulteriormente indebolito le difese e la volontà di rinvigorirsi con cibi vitaminici ha spinto in alto i prezzi della spesa di frutta e verdura.

La paura di rimanere con la dispensa vuota

 A spingere l’aumento dei prezzi a Torino è stata anche la paura di rimanere senza scorte favorendo lì acquisto di prodotti a lunga conservazione. Come ad esempio:

  • il prezzo della pasta +3,7%
  • dei piatti pronti +2,5%
  • del burro +2,5%)
  • dei formaggi +2,4%
  • dello zucchero +2,4%
  • degli alcolici +2,1%
  • delle carni +2%
  • del pesce surgelato +4,2%
  • dell’acqua +2,6%

Altro fattore che ha influito è il persistere della chiusura di ristoranti, bar, agriturismi oltre al problema dei trasporti. Quest’ultimi in grave difficoltà per la quasi impossibilità a viaggiare a pieno carico causa la chiusura di molte attività produttive.

Effetti collaterali

La Coldiretti ricorda che la spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani. Questo, ovviamente, prima del lockdown. Si stima che questa percentuale ha un valore di circa 85 miliardi di euro l’anno persi.

Senza considerare l’effetto devastante sul settore agroalimentare Made in Italy. Basti pensare alla birra, al vino, alle primizie di frutta e verdura, salumi e formaggi di altissima qualità, alla carne dei nostri territori e al pesce dei nostri mari. Questi alimenti trovano un importante mercato nella ristorazione e nell’esportazione all’estero che, al momento, resta bloccata.

Resta comunque cruciale fare qualcosa per fermare ogni tentativo di speculazione sui prezzi di prima necessità. Si rende necessario per dare la possibilità alle famiglie di riempire la dispensa e garantire un giusto compenso agli agricoltori.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende