Cronaca di Torino

Torino, prezzi alti e poche offerte nei supermercati, è l’effetto Coronavirus

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Scatta la segnalazione della Camera di Commercio di Torino: prezzi eccessivamente alti e rincari ingiustificati nei supermercati e nei negozi di alimentari. Mentre Porta Palazzo rimane chiuso

A Torino prezzi alti nei supermercati e nei negozi alimentari. Negli ultimi giorni sono numerose le segnalazioni alla Camera di Commercio per l’andamento anomalo dei prezzi dei prodotti alimentari. Complice la carenza di scorte di magazzino, sconti e offerte sono ormai un miraggio. Ma in alcuni casi ci sono state vere e proprie speculazioni sul reparto ortofrutta e su vari prodotti di uso quotidiano.

A Favria la Guardia di Finanza ha denunciato il titolare di un supermercato che aveva aumentato del 200% i prezzi di alcuni prodotti di prima necessità. Dal pane all’olio, fino alla colomba pasquale venduta a 7 euro. Ora rischia sino a tre anni di reclusione e 25.000 euro di sanzione.

“Ci sono arrivate indicazioni da più canali – ha affermato Guido Bolatto, direttore della Camera di Commercio di Torino – prezzi troppo alti o scarsità di beni”.

È stata allora attivata un’oppositiva casella email per raccogliere ulteriori segnalazioni: emergenza.prezzi.alti@to.camcom.it

Allo stesso tempo sono state avvertite le forze dell’ordine che procederanno con i dovuti controlli. In alcuni casi i prezzi alti non sono giustificati da aumenti all’ingrosso. L’unico accertamento riguarda il Caat di Grugliasco, dove effettivamente alcuni tipi di frutta e verdura hanno visto impennare i prezzi. In primis gli agrumi: il picco di domanda durante il periodo di emergenza sanitaria ha fatto salire del 20% il prezzo delle arance, arrivando fino a 2,20 al chilo all’ingrosso. La stessa sorte hanno avuto broccoli e peperoni.

Aumenta la richiesta di frutta e verdura dai supermercati, mentre cala dai mercati, visto lo stop per l’adeguamento delle misure di sicurezza.

Il grande escluso della manovra dell’amministrazione locale rimane Porta Palazzo.

Troppo grande per imporre le stesse misure di varchi e recinzioni a cui si sono adeguati gli altri mercati di Torino. Il no categorico arriva sia dal Prefetto che dal Questore. “Al momento non ci sono le condizioni”, è la spiegazione.

C’è da tenere in conto che Porta Palazzo non è solo un mercato, ma anche un luogo di ritrovo e di coesione sociale, facile veicolo di diffusione del contagio.

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