Mole24 Logo Mole24
Home » Storia » È torinese il primo dizionario della lingua italiana

È torinese il primo dizionario della lingua italiana

Da Deniele De Stefano

Aprile 22, 2016

Se Dante è il padre della lingua italiana, e Manzoni colui che più di tutti l’ha vestita degli abiti odierni, il merito della stesura del primo dizionario della lingua italiana si deve a Nicolò Tommaseo.

La monumentale opera gli venne commissionata già nel 1835 dall’editore torinese Luigi Pomba, forse anche in ragione del successo ottenuto col suo dizionario dei sinonimi e dei contrari. Uno scritto datato 1830 che fu un punto di riferimento in ambito linguistico per moltissimi anni e soggetto a svariate ristampe.

Tuttavia bisognerà aspettare più di due decenni, affinché il suo secondo e più importante vocabolario venga definito nella sua struttura e istituzionalizzato da un contratto, che arriva nel 1856.

dizionario della lingua italiana

Un anno dopo prende il via la realizzazione vera e propria, nel periodo in cui il Tommaseo risiede a Torino. Qui soggiorna prima nella famosa “Fetta di polenta” o casa Scaccabarozzi di corso San Maurizio all’angolo con via Giulia di Barolo e poi in via Garibaldi 22.

Due targhe sono poste su entrambi i palazzi a memoria del soggiorno dell’illustre letterato. Nel 1859 lo scrittore si trasferisce a Firenze dove continuerà la scrittura del dizionario fino alla sua morta, nel 1874

All’opera, collaborò anche Bernardo Bellini, uscirà postuma e sarà conclusa da Giuseppe Meini.

Fetta di Polenta

Cristiano di fede, patriota di ideali e litigioso di carattere, Tommaseo visse una vita turbolenta.

Nato a Sabenico (in Dalmazia) nel 1802 da genitori italiani, compì i suoi primi studi a Spalato prima di trasferirsi a Padova per frequentare la facoltà di legge dove si laureerà nel 1822.

Da li a Milano, dal capoluogo lombardo a Firenze, fu giornalista e saggista oltre che scrittore. Nel 1835 un suo articolo comparso su “l’Antologia”, non gradito al governo asburgico, costò la chiusura alla testata e spinse lui all’esilio volontario in Francia, dove rimase fino a quando nel ’39 un’amnistia gli consentì di tornare in Italia.

Si stabilì a Venezia, ma nel 1847 incorse nuovamente nelle ire dell’Austria e fu arrestato per essersi espresso in favore della libertà di stampa. In seguito venne liberato durante i moti del ’48, e partecipò attivamente alla vita politica della nuova repubblica fino al ritorno degli austriaci.

Nuovamente in esilio, questa volta a Corfù, torna nel nostro paese nel 1854, prima a Torino e poi (dal ’59) a Firenze, dove trascorrerà il resto della sua vita.  Contrario ad un’Italia riunita sotto i Savoia, rifiutò i riconoscimenti letterari che gli vennero offerti dalla casa reale e addirittura una carica da senatore del regno.

Daniele De Stefano

Deniele De Stefano Avatar

Deniele De Stefano

Nato e cresciuto a Torino, sono diplomato in informatica all’Itis Avogadro e laureando in lingue e letterature straniere presso l’università di Palazzo Nuovo. Amo moltissimo la mia città, ne sono orgoglioso, e mi piace mostrare agli altri cosa essa può offrire ed il motivo per cui le sono così legato.