Cronaca di Torino

La St. John International University via dal castello di Vinovo

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La St John International University sembra essere sul punto di lasciare Vinovo.

L’università americana non ha avuto una storia lunga: nata nel 2007, ha scelto come sede il castello di Vinovo e si è specializzata nell’insegnamento di materie correlate ad architettura, business, ambiente e arte.

Nonostante fin dalla nascita si sia posta come polo formativo d’eccellenza e sia autorizzata a rilasciare titoli di studio validi negli Stati Uniti, la sua storia recente mostra una gestione tutt’altro che oculata e trasparente.

Già prima dei problemi col comune di Vinovo, infatti, alcuni dipendenti si erano dimessi nel 2013 perchè loro e altri collaboratori non vedevano i propri stipendi da 9 mesi.

Anche la CGIL è stata coinvolta nella vicenda a sostegno dei lavoratori, che avevano chiesto di aprire una vertenza contro l’università per combattere “ la spregiudicatezza di una cultura imprenditoriale che non garantisce ai lavoratori una regolare remunerazione, costringendoli ad una condizione di incertezza”. ( la citazione è presa dal sito della CGIL )

Oggi, la disputa riguarda questioni immobiliari. Dalle notizie di questi ultimi giorni, infatti, traspare il mancato rispetto degli accordi presi col comune al momento della concessione del castello di Vinovo come sede dell’istituto.

L’amministrazione locale infatti ha imposto alla St John di lasciare i locali entro il 31 gennaio e di corrispondere entro la stessa data gli affitti arretrati (ben 1 milione e 386 mila euro) e lamenta la mancata realizzazione dei lavori di ristrutturazione promessi all’interno del castello.

L’università, dal canto suo, ritiene di essere stata danneggiata dalle condizioni in cui versa il castello, visto che ad oggi non c’è l’agibilità per più di 100 studenti e ci sono problemi all’impianto fognario.

Anche se la St John si dice pronta a lasciare Vinovo, la battaglia legale è assicurata. Se è vero che il castello verrà lasciato entro il 31 gennaio, inoltre, c’è da chiedersi cosa ne sarà degli studenti dopo le feste natalizie.

Erika Guerra

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