Salone del libro, dall’88 un appuntamento con i torinesi

Ogni anno, nel mese di maggio, la cultura bibliografica ritorna a Torino con l’appuntamento del Salone del Libro.
Come ogni evento “old but gold”, il Salone del Libro a Torino vanta una storia piuttosto lunga e una fama che ogni anno lo precede e lo porta ad avere un pubblico molto esteso per definizione.
Il nostro Salone infatti è considerato a livello europeo una delle maggiori manifestazioni della cultura per la carta stampata (e non solo): la sede del Lingotto mette ogni anno a disposizione dell’evento ben 50.000 mq di superficie pronti ad ospitare migliaia di editori, giornalisti e incontri con autori ed esperti nell’ambito del lavoro e della produzione letteraria.
La Fondazione che da sempre ha promosso e supportato il Salone del Libro è la “Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura” coordinata ogni anno a turno dalle alte cariche pubbliche della città di Torino, della Provincia e della Regione Piemonte.

Ma andiamo a conoscere la storia di questo appuntamento così importante per Torino e a livello europeo.
Il Salone come noi oggi lo conosciamo ha le sue origini nel 1986 da un’idea del libraio Angelo Pezzana in collaborazione con l’imprenditore Guido Accornero.
I due creatori s’ispirarono liberamente ad altre manifestazioni editoriali europee, cercando però di dare vita a qualcosa di innovativo, che coinvolgesse direttamente gli autori dei libri e gli permettesse di interfacciarsi con i lettori.
Il primo Salone venne inaugurato due anni dopo (1988) a Torino Esposizioni per poi trasferirsi al Lingotto a partire dal 1992.
La “Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura” di cui sopra, si è presa cura del Salone fin dalle sue origini, dandogli l’appellativo più familiare al pubblico di “Fiera del Libro” (che rimarrà invariato fino al 2010).
Con l’appoggio degli enti pubblici, la grande adesione da sempre dimostrata da parte degli editori e degli autori, nonché l’affetto del pubblico torinese e non, l’evento ha registrato continui e crescenti successi, tanto da essere considerato un punto di orgoglio per la nazione italiana e il vero punto di partenza di Torino come città culturale e creativa.
Con il passare degli anni il Salone si è evoluto adottando sempre nuove strategie per rinnovarsi e diventare internazionale.
Per fornire qualche dato ricordiamo “Lingua Madre” nel 2005 (la trasposizione letteraria di “Terra Madre” del Salone del Gusto), il progetto “Adotta uno Scrittore” (per portare l’esperienza degli autori nelle scuole superiori) e “Voltapagina” (il progetto dedicato agli ex detenuti delle carceri del cuneese e dell’astigiano).
Nel 2012 il Salone ha festeggiato i suoi primi 25 anni e sempre più si spinge in una direzione innovativa e tecnologica (grazie anche allo spazio dedicato agli e-book).
Ad oggi l’obbiettivo principale del Salone di Torino è quello di fidelizzare un pubblico sempre maggiore, attirando anche i piccoli lettori, i non lettori e i lettori occasionali. Si preannuncia in ogni caso anche quest’anno come un successo e un’occasione per Torino di accrescere il proprio bagaglio culturale.
Francesca Palumbo