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Ghigliottina preferita alla forca per evitare resurrezioni

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Il 12 marzo 1853, a Torino un impiccato è resuscitato: Antonio Sismondi, al momento di essere sepolto presso il cimitero di San Pietro in Vincoli, ha dato segni di vita ed è morto alle dieci del mattino dello stesso giorno. E se si fosse usata la ghigliottina ?

Il ministro di grazia e giustizia Bon Compagni, il 16 marzo 1853, scrive alla Reale Accademia Medico-Chirurgica di Torino, la più prestigiosa istituzione medica dello stato: Bon Compagni chiede un parere sul miglior metodo per abbreviare le sofferenze del condannato, per evitare nuove “resurrezioni” e per contenere l’azione diretta del boia sul condannato, se si riterrà opportuno mantenere l’impiccagione o se fosse meglio usare la ghigliottina .

 

Ghigliottina preferita alla forca per evitare resurrezioni
Ghigliottina preferita alla forca per evitare resurrezioni

 

L’Accademia nomina una Commissione di sei medici che legge la sua relazione il 1° aprile 1853, dove si dice di preferire l’impiccagione e si esprimono riserve sulla ghigliottina.

Si propone di rispondere al ministro Bon Compagni che l’impiccagione è un metodo che non provoca dolore e che, per evitare il brutto spettacolo dell’azione diretta del boia sul condannato, è utile adottare l’impiccagione con il metodo inglese, lanciando il corpo nel vuoto e poi lasciandolo appeso per oltre sei ore. Si conclude auspicando l’abolizione della pena di morte.

 

Ghigliottina preferita alla forca per evitare resurrezioni
Ghigliottina preferita alla forca per evitare resurrezioni

 

 

Questa relazione è discussa in quattro adunanze straordinarie dell’Accademia Medico-Chirurgica, il 4, 5 ,7 e 8 aprile 1853.

Non sono d’accordo qualificati studiosi, il professor Luigi Battaglia, il professor Filippo Defilippi, convinti sostenitori della decapitazione, ed altri. La dotta disputa scientifica sul miglior metodo per le esecuzioni capitali si fa accanita fra i più insigni medici torinesi: a loro onore, notiamo l’ottima documentazione scientifica, ma soprattutto, il fatto che sostengono l’abolizione della pena di morte.

A scopo di verifica, sono anche attuati crudeli esperimenti, oggi improponibili, su alcuni cani che vengono decapitati, per verificare il punto cruciale della vita residua della testa mozzata.

All’8 aprile, quando si vota per appello nominale, su ventisei presenti, quattordici preferiscono la decapitazione.

 

Ghigliottina preferita alla forca per evitare resurrezioni
Ghigliottina preferita alla forca per evitare resurrezioni

 

 

Undici soci sono favorevoli all’impiccagione, uno si astiene.

Questo parere tecnico è trasmessa al ministro Bon Compagni il quale, da buon politico, senza tener conto del giudizio dei medici da lui stesso sollecitato, ha presentato un progetto di legge che conferma la pena di morte mediante impiccagione!

 

a cura di Milo Julini

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