Perché tanti ungheresi festeggiano l’Unità d’Italia?
Da Alessandro Maldera
Ottobre 17, 2011
È molto semplice: la bandiera nazionale è il tricolore (e fin qui ci siamo). A bande verticali (e già qui, qualcuno inizia a zoppicare). Di colore verde, bianco e rosso (apriti cielo).
Intendiamoci: lo spettacolo di una nazione imbandierata, e più in particolare di TORINO vestita a festa per Italia 150, è una cosa che racconteremo ai nostri figli. E i più giovani probabilmente assisteranno ad uno spettacolo ancora più grandioso nel 2061. Però, alzi la mano chi non ha provato un fremito, una contrazione di stizza all’indice della mano destra: “Adesso gli citofono e gliela faccio girare”. Ma la bandiera, certo!
Dai balconi, una coreografia meravigliosa e la sostanza di una bandiera esposta con orgoglio e senza troppa retorica vale molto di più della forma – che consiste nell’appenderla nel senso giusto. Però che nervoso con tutti quegli stendardi al contrario, rosso a sinistra e verde a sventolare.
Storia di una bandiera…
Visto che facciamo le pulci, cerchiamo noi per primi di essere precisi: lo sapevate che le parti della bandiera hanno un nome? La parte che sventola, per intenderci: il rosso, si chiama battente, perché “batte” contro l’aria; quella più vicina all’asta (anzi: al pennone) si chiama inferitura, ed è – Costituzione alla mano – il verde; la parte centrale, in uno slancio di fantasia da parte degli esperti del settore, si chiama centro.
Per onor di verità, la maggioranza delle bandiere torinesi era appesa nella maniera ortodossa: bravi, bene, bis. Ma di distratti ce ne sono stati una quantità considerevole. In un impeto di bontà potremmo pensare che in realtà il patrio vessillo era sì storto per i passanti lungo il corso, ma ben diritto per i padroni di casa: se lo sono appesi per guardarselo loro, e pazienza se i pedoni lo vedevano a rovescio.
Oppure che la già lateralizzazione traballante di molti di noi (in primis, di chi scrive: ma dov’è la destra, dov’è la sinistra – parafrasando Gaber) abbia definitivamente consegnato le armi di fronte al gioco dello specchio: dunque, la sinistra è di qua. Ma se è di qua per me, per quello che mi è di fronte è a destra. Quindi se giro, mi metto su un piede solo, moltiplico per tre e divido per due io la bandiera la appendo… così!
E son dolori.
Per non parlare del cospicuo numero di ungheresi festanti per l’anniversario dell’Unità d’ITALIA. Ma sì, saranno ungheresi: mica andrete a pensare che tutti abbiano appeso la bandiera in orizzontale per caso, per sbadataggine. Due mollette le avrebbero trovate, volendo. Devono essere per forza magiari. Bella trovata: partecipazione per il proprio nuovo Paese e memoria della nazione d’origine. Quanti siete, amici di BUDAPEST!
Alessandro Maldera
Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende
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