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Torrazza Piemonte: Amazon ha licenziato diversi dipendenti furbetti

Da Asja D'arcangelo

Gennaio 13, 2023

Amazon di Torrazza Piemonte ha licenziato in tronco alcuni dipendenti dopo alcune verifiche. Le indagini interne di routine hanno infatti evidenziato rimborsi spesa decisamente gonfiati.

Amazon ha licenziato una decina di dipendenti che avevano gonfiato i loro rimborsi spesa

Sarebbero una decina, al momento, le persone coinvolte. I dipendenti erano stati inviati dalla stessa Amazon di Torrazza Piemonte alle sedi di Bergamo, Brescia e Novara. Qui, avrebbero dovuto istruire i nuovi assunti e il personale qualificato.

Un indagine interna, però, ha rivelato i dipendenti avevano gonfiato i loro rimborsi spesa inserendoci di tutto. Leggendo i rimborsi, infatti, si possono trovare spese che molto poco hanno a che fare con vitto, alloggio e trasporto.

Nell’elenco delle spese pazze fatte dai dipendenti ci sono cene stellate, consumate nel ristorante di Carlo Cracco a Milano. Non mancano poi gli acquisti di diversi articoli griffati, effettuati in alcuni negozi di brand di lusso. Altri dipendenti, invece, hanno deciso di farsi rimborsare il cambio gomme, o il pieno di carburante (nonostante fossero già stati forniti di appositi buoni).

Di conseguenza l’Amazon di Torrazza Piemonte non ha potuto fare altro, al termine delle indagini, se non licenziare in blocco il gruppo di impiegati coinvolti. L’accusa è quella di essere venuti meno al codice etico intrapreso nei confronti dell’azienda stessa e al rapporto di fiducia che deve essere alla base del rapporto tra l’azienda e i suoi dipendenti.

Amazon di Torrazza Piemonte ha licenziato i dipendenti ma questi fanno ricorso

Alcuni dipendenti, però, non hanno alcuna intenzione di mollare e anzi hanno deciso di impugnare il licenziamento reputandolo ingiusto. L’obiettivo è quello di giustificare le spesse, facendole passare come necessarie per avere un soggiorno piacevole e confortevole. I dipendenti si sono perciò rivolti al tribunale di Ivrea in modo da riottenere il loro lavoro.

Alcuni di loro, poi, non pensano affatto di  aver fatto spese inutili. Tra coloro che hanno fatto ricorso c’è chi ha messo lo scontrino di un taxi perché l’autobus non passava. Altri, invece, hanno acquistato giacche da pochi soldi perché le loro erano rimaste danneggiate durante l’orario di lavoro. 

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Asja D'arcangelo

Studentessa di facoltà umanistiche all'Università di Torino. Appassionata di giornalismo, ama viaggiare e scoprire nuove culture.