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Torino, addio ai centri di cottura per le mense scolastiche

Da Daniele Riefolo

Febbraio 16, 2022

Torino, addio ai centri di cottura per le mense scolastiche

Mense scolastiche a Torino: pasti pronti provenienti dai centri di cottura o piatti freschi?

Arriva nell’istituto comprensivo Adelaide Cairoli di Torino la volontà di sperimentare il ritorno alla cucina, offrendo agli studenti piatti freschi e mettendo da parte i mega centri di cottura.

Carlotta Salerno, assessore alle politiche educative, coglie l’occasione per sottolineare quali debbano essere le caratteristiche del servizio di ristorazione torinese. La mensa deve essere fresca, i piatti devono essere cucinati in loco e non nei gradi centri di cottura distanti chilometri. I pasti da offrire agli studenti devono, possibilmente, essere preparati nei fornelli a pochi metri dai refettori oppure in cucine che facciano da poli nei complessi scolastici che si trovano nella stessa area.

Addio ai pasti pronti per le mense scolastiche di Torino: i dettagli

Chi prende parte all’iniziativa è perché ci crede profondamente. L’obiettivo è quello di rendere più gradevole il pasto, ridurre le tempistiche, assicurare le temperature e ridurre gli sprechi alimentari.

Ma oltre a tali fattori, un’altra caratteristica fondamentale della mensa scolastica dev’essere la personalizzazione. La mensa fresca deve essere al centro del processo, ed è l’occasione giusta per:

  1. Rendere più efficace la componente didattica ed educativa nel momento di un pasto
  2. Posare maggiore attenzione sulla sostenibilità ambientale
  3. Superare eventuali maggiori costi
  4. Aumentare la soddisfazione dei bambini e delle loro famiglie

L’obiettivo di questa iniziativa è quello di aumentare a Torino il numero di nidi e di scuole che usufruiscono delle cucine a portata di refettorio.

Si tratta di un passaggio complesso, in cui il Comune di Torino assicura circa 35.000 pasti giornalieri. Tutto ciò significa arrivare a circa 6 milioni l’anno.

A circa 5.000 bambini verranno, inoltre, offerti menù alternativi: non si tratta esclusivamente di ragioni religiose o culturali, o ancora di preferenze. Bensì, occorre sempre ricordare l’esistenza di patologie legate all’alimentazione, come il favismo o la celiachia. Per questo motivo il Comune di Torino risponde a tali esigenze con piatti ad hoc.

Salerno conferma che si cercherà di andare il più possibile incontro alle famiglie: non ci sarà un menù standard ma sarà diverso ogni giorno, adattandosi ad ogni fascia d’età e di crescita.

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Daniele Riefolo

Laureato in Filosofia presso l'università degli studi di Bari, ha pubblicato diversi saggi e libri fin dal 2012, Vanta diverse collaborazioni con testate locali e nazionali ed esperto di comunicazione e marketing aziendale