Mole24 Logo Mole24
Home » Territorio » Torino, il Comune garantirà lo smart working anche dopo la pandemia

Torino, il Comune garantirà lo smart working anche dopo la pandemia

Da Daniele Riefolo

Febbraio 03, 2022

Torino, il Comune garantirà lo smart working anche dopo la pandemia

Smart-working per una media di dieci giorni al mese, arrivando ad un totale di 120 giorni l’anno: la grande novità vissuta soprattutto a causa dell’emergenza pandemica va’ oltre per il Comune di Torino.

Quella dello smart-working al di fuori dell’emergenza sanitaria è una novità che non prevede paletti fissi ma bensì si adeguerà alle esigenze del lavoratore e dell’ente.

Ad oggi sono 2.100 gli addetti che hanno aderito, favorendo il lavoro agile a rotazione. La platea attuale è quella dei dipendenti di Palazzo Civico, ovvero circa 7.500 persone.

Nell’ipotesi dell’accordo bisogna, però, prestare attenzione ad un dettaglio: non tutti i lavoratori potranno lavorare al di fuori della propria postazione. Chi potrà esperire di tale novità lavorativa sono coloro che svolgono professioni che permettono lo smart-working. Dunque, al totale degli addetti bisogna sottrarre all’incirca 1.400 agenti di polizia municipale e circa 2.000 persone tra maestre ed educatrici.

Traendo le somme di tale restringimento, i dipendenti di Palazzo Civico che possono aspirare al lavoro agile oscilla intorno ai 4.500. 

I dettagli dello Smart Working al comune di Torino

Sicuro è il punto riguardante la turnazione, il buono pasto sarà comunque riconosciuto e la fascia oraria di disponibilità resta invariata (dalle 8:00 alle 19:00).

Resta che il Direttore ha il potere di negare o concedere lo smart-working. Occorre capire e stabilire quali lavori permettono meglio il lavoro in posti diversi dall’ufficio o dalla sede dell’ente.

Attualmente i sindacati ricevono da molteplici dipendenti lettere di segnalazione sulla chiusura da parte di dirigenti e direttori sul tema smart-working. L’ufficio del personale di Palazzo Civico spiega che la vicesindaca, Michela Favaro “dovrebbe firmare e inviare una lettera di sensibilizzazione alla concessione del lavoro agile”.

Il lavoro da casa può riversare effetti sull’indotto, come bar e ristoranti che si stanno ancora rialzando dalla crisi causata dall’emergenza pandemica. La clientela diminuirebbe e probabilmente i buoni pasto non verrebbero più utilizzati come in passato.

I dati raccolti attualmente dimostrano un calo dei consumi del 50% proprio per bar e ristoranti. Tra le cause di tale calo registrato rientra proprio lo smart-working.

Daniele Riefolo Avatar

Daniele Riefolo

Laureato in Filosofia presso l'università degli studi di Bari, ha pubblicato diversi saggi e libri fin dal 2012, Vanta diverse collaborazioni con testate locali e nazionali ed esperto di comunicazione e marketing aziendale