Mole24 Logo Mole24
Home » Storia » Margherita di Savoia: la Regina degli italiani

Margherita di Savoia: la Regina degli italiani

Da Simone Nale

Settembre 11, 2021

Regina Margherita in abito da sera

La storia della regina che fece innamorare una nazione intera

Molti conosceranno il suo nome solo per il famoso piatto napoletano, la pizza, ma Margherita di Savoia è stata una delle più celebri e amate consorti dei regnanti Savoia. Di carattere forte e opinioni conservatrici, la Regina intervenne personalmente nelle questioni politiche di fine Ottocento.

Dopo il regicidio del marito Re Umberto I di Savoia si ritirò dalla scena politica per condurre una vita isolata.

Richiami Prodotti Italia App

Grazie alle attività culturali che era solita organizzare a corte, riuscì ad ottenere l’ammirazione di numerosi poeti e intellettuali dell’epoca. Molti dei quali la associarono ad atteggiamenti di sinistra inusuali per una dama dell’epoca.

Margherita di Savoia fu anche un’abile aristocratica legata alla Casata reale a cui cercò di dedicare il suo lavoro nei limiti impostigli dalla Corona.

Primo piano Regina Margherita seduta su una poltrona

Margherita di Savoia nacque a Torino il 20 novembre del 1851

Figlia del primo Duca di Genova, Ferdinando di Savoia-Genova e di Elisabetta di Sassonia. Figure di risalto visto che al battesimo della principessa parteciparono il primo ministro Massimo D’Azeglio, il generale La Marmora e il Conte di Cavour.

All’età di quattro anni rimase orfana di padre rimanendo per gran parte della sua infanzia a Palazzo Chiablese con il fratello Tommaso.

Elisabetta infatti era stata confinata da Vittorio Emanuele II al Castello di Govone prima e alla villa di Stresa: aveva sposato senza autorizzazione un borghese ligure.

Il rapporto della principessa con la madre dopo tutto fu da subito piuttosto difficile: Margherita mal sopportava la costante presenza del nuovo marito a corte. L’ infanzia coincise con un periodo tormentato per il Piemonte di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, data la recente disfatta di Novara avvenuta nel 1855.

In quegli anni di difficoltà per il governo Margherita affinò le proprie conoscenze, unendo un’educazione imbevuta della dottrina cattolica con approfondimenti e studi culturali.

In quanto giovane donna abile e competente, Margherita una volta regina fu in grado di influenzare fortemente le sue decisioni su quelle del marito. Quest’ultimo sarebbe dovuto essere il principe Carlo di Romania, ma alla fine si affermò il cugino ed erede al trono Umberto I di Savoia.

Nonostante la grande differenza d’età, i due si sposarono il 22 aprile del 1868 nella chiesa della Gran Madre a Torino.

I festeggiamenti che seguirono andarono a coinvolgere tutti gli abitanti del capoluogo piemontese.

Un tentativo di risollevare il prestigio della città, dopo il trasferimento della capitale a Roma, e della Corona stessa anche grazie al viaggio di nozze in tutta la penisola che seguì dopo il matrimonio.

Regina Margherita

Margherita di Savoia prima dama d’Italia

Con la morte di Maria Adelaide nel 1855, Vittorio Emanuele II decise di assegnare alla principessa il ruolo di prima dama d’Italia.

Margherita sin dall’adolescenza era dotata di un eccellente intuito politico che le consentiva di aggirare gli intrighi politici e di sollevare le masse quando necessario.

Nonostante una concezione ancora assolutistica della monarchia italiana dell’epoca, Margherita contribuì in maniera decisiva al radicamento dei Savoia in tutta in Italia.

Stabilitasi a Napoli nel 1869, Margherita nella diede i natali al futuro Re Vittorio Emanuele III

E non a caso in quei viaggi lungo la penisola, prima da principessa e poi da regina, non rinunciava mai ad accogliere la cultura locale. Parlava con i cittadini e vestiva gli abiti tradizionali, per un politica interna che attirava le simpatie e in certi casi la devozione degli italiani.

Un missione che si dimostrò molto più ardua a Roma, dove i principi ereditari arrivarono solo dopo la Breccia di Porta Pia nel 1871.

Nella capitale, Margherita si trovò a dover mediare i dibattiti tra i neo funzionari italiani e la riluttante aristocrazia “nera“, legata ancora al Pontefice. Anche se la situazione non si stabilizzò mai del tutto, la principessa fu in grado di anestetizzarla al meglio. Grazie soprattutto alla creazione di un circolo privato capace di conquistare anche gli oppositori più tenaci.

La reggia romana divenne presto un punto di riferimento per la vita mondana e aristocratica di tutta Europa.

Ritratto della regina Margherita con gioielli e cappello

Il matrimonio con Umberto fu un fallimento

Sul versante della vita personale, i rapporti con il marito cominciarono a deteriorarsi irrimediabilmente dopo pochi anni di matrimonio.

Margherita di Savoia decise presto di ritirarsi dal ruolo di moglie, restando però accanto a Umberto recitando il ruolo da consorte per il pubblico.

Nonostante la rottura, la collaborazione tra i due si rilevò di vitale importanza in più di qualche occasione politica. Soprattutto dopo la morte nel 1878 di Vittorio Emanuele II e di Pio IX.

Appena saliti al trono il 9 gennaio dello stesso anno, la coppia intraprese un altro viaggio nella penisola. Partendo proprio da Bologna: una piazza storicamente avversa alla monarchia, culla dei filo-repubblicani e dei socialisti.

Anche in questa occasione, la Regina ottenne un grande successo non solo tra le folle, ma anche tra la classe intellettuale romagnola. Primi fra tutti Giosuè Carducci e Marco Minghetti.

Il fallimentare attentato del 1878, di Giovanni Passannante, a Re Umberto colpì profondamente la sensibilità di Margherita. Si rese conto della inclinazione negativa che stava prendendo il rapporto tra la Casata reale e gli italiani, decise di proseguire la sua politica di relazioni.

ritratto della Regina Margherita

Margherita di Savoia dedicò gran parte della sua vita alle opere di carità

Con l’obiettivo di accrescere il prestigio della Corona piemontese, cercò di costruirsi un’immagine vicina alla popolazione, visitando ospizi per bambini e disabili, ospedali e scuole in tutta Italia.

Da quel momento in poi, la Regina Margherita fu in grado di accreditarsi anche le grazie dell’opinione pubblica sia cattolica che conservatrice, amplificando ulteriormente il valore delle sue iniziative.

Non ci volle molto dopotutto, che attorno alla sua figura cominciasse a svilupparsi un vero e proprio culto: il “margheritismo“, dall’alta moda, alla pizza, fino a gossip e feste stravaganti sempre al centro della cronaca rosa.

Gli anni Novanta rappresentarono il punto più alto del successo di Margherita, sebbene la sua vita privata cominciasse a traballare sempre più.

Le frequentazioni esterne del Re Umberto avevano superato le porte di Casa Savoia. E al contempo, la crescita e gli studi umanistici del giovane Vittorio Emanuele cominciavano a deteriorare il rapporto madre-figlio, sia sul piano di vedute politiche che emotivo.

In quel particolare fine secolo si comincia d’altronde a notare nella Regina Margherita un dualismo che prima di quel periodo non si era mai palesato.

Da una parte la consorte reale si opponeva fermamente alla politica autoritaria del governo Crispi, mentre dall’altra si mostrava più che favorevole alla spedizione coloniale in Etiopia, nonostante la sconfitta di Adua del 1896.

Prima pagina del Corriere della Sera che annuncia attentato Umberto I

L’assassinio del Re e il declino

Le conseguenze che seguirono l’assassinio di Umberto I a Monza, da parte dell’anarchico Gaetano Bresci, non furono pesanti solo per la nazione intera, ma colpirono profondamente la Regina Margherita.

Ormai rimasta vedova, non ci mise molto a comprendere che era arrivato il momento di fare un passo indietro e lasciare posto a Vittorio Emanuele III, neo Re, e a sua moglie Elena di Montenegro.

In qualità di regina madre non poté fare molto per influenzare la svolta liberale della politica del figlio. Preferì, infatti, una vita riservata ma sempre dedita alle opere di beneficienza.

Gli ultimi anni del sua vita li passò alternando il suo amato castello di Gressoney alla villeggiatura in Liguaria.

Margherita di Savoia morì poi a Bordighera il 4 gennaio del 1926.

Il tragitto della sua salma al Pantheon fu l’ultimo segno della sua popolarità e dell’affetto che nutrivano gli italiani nei suoi confronti.

Simone Nale Avatar

Simone Nale

Laureato in Scienze Umanistiche della Comunicazione all'Università di Torino. Appassionato di storia della televisione e nuovi media