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Adelaide di Susa: la contessa che diede Torino ai Savoia

Da Simone Nale

Marzo 11, 2021

Adelaide di Susa la contessa che diede Torino ai Savoia

Adelaide di Susa fu una delle figure di maggiore rilievo del Basso Medioevo sub-alpino ma la sua storia rimane tuttora piena di dubbi e misteri

Contessa di Torino e poi consorte di Savoia, Adelaide di Susa visse nell’Undicesimo secolo e si trovò a governare un vastissimo territorio che comprendeva tutto il Piemonte e parte della Liguria.

Ciò nonostante parlare di Adelaide come donna di potere è decisamente impegnativo.

La Marchesa, in quanto figura femminile nata in un periodo come il Medioevo, va a scardinare totalmente quelli che sono i cliché delle donne nel contesto storico del suo tempo.

Adelaide fu infatti una donna di potere e di polso che riuscì ad inserirsi all’interno dei sistemi politici continentali dell’epoca, governati quasi interamente da uomini, e ad agire spesso come protagonista.

Adelaide di Susa nasce a Torino presumibilmente tra il 1010 e il 1016

Tra il Nono e il Decimo secolo, in quello che è il territorio dell’Italia sub-alpina si formarono 4 famiglie aristocratiche che detennero il potere nell’intera area, dalle Alpi Cozie fino a Parma e dal Lago di Garda fino all’Alta Borgogna.

Queste 4 grandi dinastie erano gli

  • Obertenghi
  • Anscarici
  • Aleramici
  • Arduinici (ai quali appartenne Adelaide).

Originate dall’evoluzione di alcuni ufficiali pubblici presenti sul territorio, le casate presero man mano sempre più potere all’interno della società.

Ed uno degli “strumenti” più usati per rafforzare la propria autorità ed i legami tra i regni (per il tempo bisognerebbe parlare di “marche”), erano ovviamente i matrimoni.

Ciò è testimoniato da numerose cerimonie nuziali tra le 4 dinastie, documentate dai cronisti dell’epoca.

Testimonianze che alle nozze dei genitori di Adelaide, videro appunto incrociarsi un‘Obertenga, Berta d’Este, con Olderico Manfredi, Margravio di Torino e Susa, degli Arduinici.

Dell’infanzia di Adelaide non sappiamo nulla, ma ciò che i cronisti sono riusciti a farci trapelare fino ai giorni nostri sono appunto le documentazioni sui suoi legami familiari, suoi matrimoni e sulla politica portata avanti durante la reggenza.

Adelaide di Susa la contessa che diede Torino ai Savoia
Adelaide di Susa

La prima volitiva signora di Casa Savoia ebbe 3 matrimoni

Con la morte in giovane età dei suoi due fratelli, che la precedevano in linea dinastica, toccò ad Adelaide acquisire il titolo di “Contessa” sulla Marca.

E di conseguenza fu anche compito suo trovare i mariti che potessero portare il titolo di Marchese alle morte del padre, in quanto carica attribuibile solo agli uomini data la provenienza militare.

Nel 1037 quindi, Adelaide andò in sposa ad Ermanno IV duca di Svevia.

Una scelta strategica che combaciava perfettamente con la politica filo-imperiale portati avanti dal Padre Olderico.

Ermanno era infatti pronipote di Corrado II il Salico, imperatore del Sacro Romano Impero ma anche Re d’Italia che guardava con interesse le vicende dei territori sub-alpini.

L’Europa del tempo infatti era attraversata da una forte rivoluzione clericale che durò fino a fine secolo, uno scontro che vide come protagonisti il Papa e l’Imperatore.

All’inizio del suo regno, Adelaide seguì quella che fu la linea politica del padre, ma con il passare del tempo occupò un ruolo sempre più neutrale e indipendente.

Ciò nonostante, vista la situazione e visti gli scontri che stavano accadendo in Europa tra Papato e Impero (scontri che porteranno appunto alla morte di Ermanno di Svevia in battaglia due anni dopo le nozze) Adelaide deciderà poi di schierarsi apertamente con il Papato allontanandosi di fatto dalle influenze imperiali, ormai incrinate da anni.

Rimasta vedova molte presto, la Contessa si risposò dunque con Enrico degli Aleramici, signore del Monferrato.

Ma anche questo matrimonio non durò molto, Enrico o “Arrigo” morì tra il 1044 e il 1045, lasciando Adelaide vedova per la seconda volta.

La Marchesa di Susa arrivò quindi a ereditare, in primis dal padre Olderico e poi dai due matrimoni, la Marca di Torino, il Canavese, tutto il Piemonte orientale, alcuni territori della Svevia e il Monferrato che espansero notevolmente il potere dinastico arduinico.

Parlare delle regioni che arrivarono a sommarsi a quelle già appartenenti agli Arduinici è molto complicato, sopratutto perché non è possibile tracciare un confine netto.

I territori che vengono annessi, soprattutto con l’ultimo matrimonio, sono piccole nozioni di potere che si andarono a sommare al reame della Marca Arduinica, già ben consolidato.

Ovviamente al tempo non poteva esserci due senza tre e la Marchesa di Susa arrivò presto al terzo e ultimo matrimonio, quello che sancirà il futuro del Regno ma paradossalmente anche quello dell’Italia come la conosciamo oggi.

Nel 1046, Adelaide sposa Oddone di Savoia, figlio di Umberto I Biancamano

Con il senno di poi, fu davvero un’unione storica, che nel corso dei secoli trasformò le piccole contee al di qua e al di là delle Alpi, nel primo embrione del Ducato di Savoia, in seguito, Regno di Sardegna.

Ma chi era Oddone di Savoia?

Oddone era appunto il figlio quartogenito di Umberto I Biancamano, capostipite di casa Savoia.

I suoi territori si trovavano al di là delle Alpi, quindi confinanti con quelli del Marchesato Torinese.

Il secondo conte di Savoia possedeva infatti la Savoia e il controllo dei tre valichi alpini verso la Francia, sia in Piemonte che in Valle d’Aosta: il Moncenisio e i due San Bernardo.

Ai suoi territori si aggiunsero quindi quelli di Adelaide, che aprirono di fatto i confini sabaudi verso l’Italia e verso la Pianura Padana.

Il nuovo Regno Transalpino fu l’unico che riuscì a resistere nei secoli avvenire, spostandosi inesorabilmente verso l’Italia con il passaggio di Torino a capitale del Ducato nel 1563, grazie a Emanuele Filiberto, e con la cessione della Savoia alla Francia dopo gli accordi di Plombières durante il Risorgimento.

Dal matrimonio con Oddone, Adelaide ebbe 5 figli

I figli maschi Pietro, Amedeo e Oddone erano destinati a diventare sovrani, ma la figlie femmine, Berta e Adelaide, furono utilizzate della Contessa come pedine matrimoniali per stabilire nuove alleanze.

Purtroppo però, Adelaide non trovò fortuna neanche con il terzo matrimonio, Oddone venne a mancare intorno al 1066 lasciando di fatto sua moglie vedova per l’ennesima volta.

A seguito della tragedia, Adelaide decise di non trovare un quarto marito data la continuità dinastica che era riuscita a raggiungere.

Come conseguenza, cominciò quindi a dedicarsi interamente alla politica dello Stato, istruendo il primogenito Pietro in vista della sua proclamazione.

Durante la sua reggenza Adelaide ebbe modo di dimostrare tutto il suo talento istituzionale e le sue abilità governative.

Grazie ai matrimoni infatti, riuscì a legare fortemente la Contea di Savoia con la più grande potenza del tempo, il Sacro Romano Impero, che appunto si trovava in lotta con il Papato.

La figlia Berta di fatto sposò l’Imperatore Enrico IV, ma il legame nuziale non fece altro che deteriorare il rapporto tra i due Regni.

Castello di Canossa

Tuttavia il grande capolavoro di Adelaide di Susa fu l’intervento nel Fatto di Canossa

Scomunicato da Papa Gregorio VII, Enrico IV fu costretto a umiliarsi per tre giorni sotto l’ingresso del Castello di Canossa in modo da revocare la sua condanna.

L’evento in questione, avvenuto nel 1077, è passato alla storia come “Umiliazione di Canossa” ed è fondamentale per comprendere l’attività politica di Adelaide.

Come detto in precedenza, l’Europa si trovava nelle pieno degli scontri tra il Papa e l’Imperatore Romano: la Lotta per le Investiture.

Con le pretese di quest’ultimo ad avere l’ultima parola sull’investitura al soglio papale, scoppiò la rivolta degli ecclesiastici.

L’intransigenza di Enrico IV e la gravità dei suoi crimini contro il mondo cattolico determinarono la sua scomunica e la desacralizzazione del Regno.

Fatti che gli inimicarono i Principi tedeschi, i quali lo obbligarono a raggiungere la riconciliazione con il Papa, fissando un incontro nella città di Augusta (Germania).

Il Papa ovviamente non aveva intenzione di scavalcare le Alpi per raggiungere l’Imperatore.

Così decise di soggiornare in Emilia-Romagna, ospite di Matilde di Canossa presso il suo Castello, attendendo lui l’arrivo di Enrico.

L’Imperatore e sua moglie Berta partirono quindi per la processione penitenziale, attraversando le Alpi italiane con rigidissime condizioni climatiche.

Per raggiungere Canossa, dovette per forza attraversare il regno di Adelaide, che alla vista della figlia derelitta e con i segni dei patimenti sofferti durante il viaggio, giurò odio eterno a Enrico, sostanzialmente per amore materno ma spezzando di fatto i legami tra le due dinastie.

Ciò nonostante, insieme anche al cognato Amedeo II di Savoia decisero poi di proseguire insieme il viaggio verso Canossa.

All’arrivo del contingente imperiale, il Papa ordinò il rifiuto del permesso d’ingresso all’Imperatore, il quale assunse la penitenza insieme a sua moglie.

Mettendosi in ginocchio, il Re aspettò davanti al portone del Castello per tre giorni e tre notti vestendo il cilicio e rimanendo a digiuno sotto una bufera di neve.

La penitenza si concluse il 28 gennaio quando i portoni vennero finalmente aperti e il Papa accolse l’imperatore, che implorando pietà ai piedi del Pontefice ottenne il perdono e la riammissione nella Chiesa.

Il Fatto di Canossa fu il primo grande atto di politica internazionale che vide la partecipazione di Casa Savoia

La reputazione e il prestigio di cui godeva Adelaide furono tali da permetterle poi di mediare nei successivi scontri tra i suoi due generi.

Enrico IV, che appunto dopo l’umiliazione era stato deposto dai suoi principi, e Rodolfo di Svevia, scelto come suo successore.

La guerra interna all’Impero si concluse poi con la vittoria di Enrico, che ritornando sul trono venne poi scomunicato per la seconda volta da Gregorio VII.

La lotta per le investiture proseguì ma la reggenza di Adelaide di Susa da quel momento in poi si confermò sempre più potente e rilevante nelle politiche internazionali del tempo.

La Marchesa governò con il pugno di ferro, ma fu anche una generosa mecenate attraverso innumerevoli donazioni a chiese e conventi, spesso strategici per garantirsi il controllo dei valichi alpini.

Purtroppo durante la sua vita non ebbe molta fortuna nei matrimoni e tanto meno nella continuità dinastica.

Infatti il primogenito Pietro morì senza lasciare eredi maschi, così come anche Amedeo II venne a mancare prematuramente, lasciando un solo figlio, Umberto (il primo dei tanti), sui cui Adelaide di Susa ripose le speranze per il futuro dei Savoia.

Negli ultimi anni della sua vita, la Marchesa di Susa, stanca di guerre e affari politici, decise di ritirarsi in Canavese, precisamente a Cenischio, dove morì poi nel 1091.

Di lei rimangono solo i documenti che ci sono pervenuti nel corso del tempo.

Bifore sopravvissute a quasi un millennio di storia che lasciano intravedere la generosità e il talento della prima vera Madama Reale di Casa Savoia.

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Simone Nale

Laureato in Scienze Umanistiche della Comunicazione all'Università di Torino. Appassionato di storia della televisione e nuovi media