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Nel 2020 crollano il turismo e il commercio di Torino

Da Simone Nale

Gennaio 05, 2021

Sera in piazza San Carlo vuota con albero di Natale illuminato

Senza ombra di dubbio il 2020 è un anno da dimenticare per il commercio e il turismo della città di Torino.

La Pandemia da coronavirus continua a gravare su tutti i settori del sistema economico nazionale, ma soprattutto su quelli della regione Piemonte, che al giorno d’oggi stanno attraversando una crisi senza precedenti.

Stiamo parlando di centinaia di attività che di giorno in giorno, vivono nell’incertezza di non sapere quando potranno riaprire.

E con le fumose indicazioni del governo e l’emergenza sanitaria che non sembra migliorare, il futuro non appare tanto più roseo agli occhi degli imprenditori.

Cresce il nervosismo e la rabbia delle associazioni di categoria soprattutto in vista dei saldi invernali, mentre la confusione del governo sopprime intere filiere ormai sull’orlo del fallimento.

Turisti piazza San Carlo
Nel 2020 crollano il turismo e il commercio di Torino

Nel 2020 il turismo della Città di Torino ha registrato perdite per un totale di 5 miliardi di euro

Un cifra esorbitante, ma direttamente proporzionale alla crisi del settore terziario.

In effetti nell’ultimo anno solare, il capoluogo piemontese ha perso circa 3,5 miliardi di turisti, corrispondenti a oltre 10 miliardi di pernottamenti andati in fumo.

Secondo Confesercenti, si tratta di un crollo del 70% rispetto al 2019, che è stato la causa di un danno economico pari a 800 milioni di euro, soltanto per gli hotel e gli alberghi della città.

Ma non solo, anche i negozi e i pubblici esercizi sono stati fatalmente penalizzati.

Negli ultimi 12 mesi infatti, con il calo dei viaggiatori, questi hanno visto dissolversi 4 miliardi di euro di potenziali consumi che si sarebbero garantiti.

Questi sono dunque i dati dei 5 miliardi di perdite, le quali riguardano, in maniera diversa, tutte le divisioni del turismo:

  • Calo del 70% per gli alberghi, campeggi e i rifugi alpini.
  • 60% per i bari e ristoranti.
  • 80% nel caso dei bus turistici e dei noleggi auto.
  • 90% per guide turistiche e agenzie di viaggio.

Appare evidente quindi come il settore terziario sia stato maggiormente colpito dalla crisi portata dalla Pandemia.

Un settore terziario che in Piemonte è rappresentato da circa 46mila imprese.

Che danno lavoro a 153mila addetti e riescono a generare il 7,4% del Pil regionale.

Ciò nonostante, Federalberghi Torino prova a guardare al futuro

Con il 2020 che ci lascia in eredità una crisi mai vista prima, da adesso in avanti sarà necessario guardare al futuro e pensare alla ripresa del turismo e del commercio della Città di Torino.

Il presidente di Federalberghi Torino, Fabio Borio, ha di fatto asserito la necessità di stilare un piano di ripresa economica che possa rilanciare il settore terziario.

Attraverso uno slancio audace e calcolato sul prossimo decennio bisognerà cercare di sostenere la rinascita dell’organismo turistico all’insegna dell’innovazione, della digitalizzazione e della sostenibilità.

Per questa impresa non basteranno però i soli aiuti a fondo perduto, i quali dovranno essere coadiuvati da investimenti mirati al rilancio dell’intero settore.

Senza i quali la Regione Piemonte rischia la chiusura di 12 mila aziende per un totale di 35mila lavoratori.

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Simone Nale

Laureato in Scienze Umanistiche della Comunicazione all'Università di Torino. Appassionato di storia della televisione e nuovi media