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Appendino promuove lo smart working a Torino: grande diffusione con il virus

Da Alessandro Maldera

Luglio 03, 2020

appendino torino

Chiara Appendino è convinta che lo smart working a Torino possa proseguire anche senza l’emergenza sanitaria.

La Sindaca ha infatti reso nota la sua buona predisposizione verso questa pratica lavorativa. Tanto andata di moda (per cause di forza maggiore) nel periodo della quarantena.

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Il capoluogo piemontese, a livello statistico, è risultato essere una delle prime città a livello nazionale per ciò che riguarda l’aumento di fruitori di questa modalità di impiego. Una novità che ha interessato un gran numero di persone, tra coloro che sono stati più preparati ad adattarsi e coloro che sono ancora abbastanza scettici all’ipotesi.

Così, il netto aumento dei torinesi in smart working ha spinto l’amministrazione comunale a prendere in esame alcune variabili sulla vivibilità dei quartieri. Questi ultimi, a detta della Sindaca, riuscirebbero a trarre giovamento da questa innovazione. La presenza a casa riesce a limitare gli spostamenti e a rendere più vive le zone che si spopolano con il passaggio da una parte all’altra della città dei lavoratori.

Il metodo dello smart working potrebbe dunque essere introdotto gradualmente e con sempre maggiore frequenza grazie alla diffusione del Coronavirus. La pandemia ha cambiato (e cambierà) in maniera irrimediabile le nostre abitudini: quelle lavorative rientrano sicuramente in questa categoria.

Il confronto con Milano

Lo smart working a Torino viene anche applicato dai lavoratori del Comune, che continuano a operare in maniera telematica.

Questo metodo ha riscosso particolare successo, tanto da essere portato avanti anche ora che l’emergenza sta rientrando. Almeno nella nostra città, che va in antitesi rispetto a quanto sta accadendo a Milano. Qui, il Sindaco Beppe Sala ha deciso di intraprendere una politica opposta, invitando i cittadini a rendere più vitale il centro cittadino. L’amministrazione comunale meneghina ha richiesto ai suoi cittadini di tornare all’aperto e al proprio lavoro in condizioni di normalità. Anche in riferimento alle abitudini personali durante l’orario di lavoro.

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Appendino promuove lo smart working a Torino: grande diffusione con il virus

La strategia torinese guarda invece a Paesi come Danimarca, Inghilterra, Germania e Francia, dove la percentuale di diffusione dello smart working è il triplo (se non il quadruplo) rispetto a quanto avviene in Italia.

Il tutto dovrà avvenire tenendo conto dello sconfinamento della vita privata domestica nel lavoro (e viceversa). Possono risentirne stress personale e rendimento nella propria occupazione: un giusto compromesso può rappresentare una svolta per migliaia di lavoratori.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende