Torino, un centinaio di bar e ristoranti chiudono di nuovo: il coraggio di riaprire non ha ripagato le perdite

Avevano provato ad aprire dopo il lockdown, sperando in una ripresa dell’attività, ma poi hanno realizzato: a questi ritmi si va solo in perdita. Si riprova a settembre
A Torino un centinaio di bar e ristoranti chiudono di nuovo. È l’amaro resoconto di Ascom Confcommercio che in queste settimane sta analizzando la situazione commerciale-ristorativa del complesso urbano torinese.
Alcuni locali avevano provato a riaprire con la fine del lockdown, ma passato un mese di speranze e ottimismo hanno dovuto arrendersi all’evidenza.
Il coraggio di riaprire dopo mille difficoltà a quanto pare non basta. E mentre le spese salgono, sono gli incassi a dimagrire. Tanti bar e ristoranti hanno perso il prezioso momento di pausa-pranzo dei lavoratori, dato che ancora adesso si sta privilegiando lo smart working.
E poi speravano in qualche iniziativa del Comune o della Regione per ripopolare la città di turisti, ora che le frontiere sono nuovamente aperte.
Ma né i cittadini né i turisti sono riusciti a risollevare le sorti di quel 3% di esercizi – sia grandi che piccoli – che hanno deciso di chiudere bottega e rimandare il rilancio dell’attività a tempi migliori.
Tra questi, una piadineria di via Cavour, la caffetteria di via Bertola e persino la catena di ristoranti biologici Exki (dei sei punti vendita, solo uno ha provato a rialzare le serrande).

Tutti avevano riaperto nel pieno rispetto delle normative igienico-sanitarie, per poi realizzare che in queste condizioni si andava solamente in perdita. Di qui la decisione di ri-chiudere aspettando settembre, quando gli uffici e le scuole torneranno ad accogliere lavoratori e studenti, una fetta importante per la maggior parte dei locali commerciali.
Nel frattempo i bar che sono rimasti aperti hanno rivoluzionato gli orari, avviando l’attività non prima delle 8 e chiudendo magari un po’ più tardi approfittando delle ore di luce estive.
Mentre a Torino bar e ristoranti chiudono di nuovo, i negozi fanno retro-marche sui saldi
Un altro settore che vediamo in affanno in queste settimane è quello dei negozi. Se in un primo momento avevano implorato la Regione di non consentire promozioni prima dei saldi, ora fanno marcia indietro.
La richiesta dei commercianti – già accolta dall’assessora Poggio – ha cambiato completamente senso, vista la situazione attuale. Martedì, infatti, sarà approvato un provvedimento che acconsente le vendite promozionali già il mese prima dell’inizio dei saldi, fissati per il 1 agosto.
In questo modo gli esercizi sperano di svuotare i magazzini e alzare leggermente gli incassi.