Sanità

Bonus Covid, in Piemonte i medici si scagliano contro la Regione per la cifra irrisoria

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I rappresentanti di categoria si rifiutano di presentarsi al tavolo con la Regione: piemontesi trattati come medici di serie B rispetto a quelli delle altre regioni del nord d’Italia

Il Bonus Covid in Piemonte è riuscito a separare anziché unire.

Sembrerà paradossale, ma è proprio così. Il premio in busta paga pensato dalla Regione come riconoscimento a tutto il personale sanitario che ha affrontato l’emergenza Coronavirus in questi difficili mesi è ancora un punto interrogativo.

Se per infermieri e oss l’accordo è stato subito raggiunto, non si può dire lo stesso per quanto riguarda i medici e i dirigenti delle strutture sanitarie.

A loro dovrebbe andare il 25% delle risorse a disposizione della Regione Piemonte. Il 75% è stato già dilazionato tra gli operatori sanitari e gli infermieri che hanno prestato servizio durante il periodo di emergenza.

Ma a quanto pare non basta. Si tratta di un divario troppo ampio – secondo alcuni – che potrebbe sfociare in inutile conflitto tra categorie. Un dissidio sia interno alla Regione che (addirittura) interregionale. Perché, giustamente, i confronti si fanno.

Il Bonus Covid in Piemonte, per l’appunto, dovrebbe ammontare a 1179 euro per ogni dirigente sanitario. Cifre che si allontanano, e anche parecchio, dalle altre regioni del nord colpite dal virus.

In Emilia Romagna, per esempio, si è arrivati a 1262 euro, in Lombardia 1604, mentre in Veneto i medici prenderebbero 2078 euro a testa (quasi il doppio rispetto al Piemonte!).

Bonus Covid in Piemonte troppo basso: la protesta dei sindacati

In territorio piemontese la somma da dividere tra i dirigenti si aggirerebbe attorno ai 14 milioni. Un cifra irrisoria e priva di validi criteri, secondo alcune associazioni sindacali.

Così molte sigle non hanno neanche presenziato al tavolo con la Regione. Tra queste Anaao Assomed, la Federazione Cimo-Fesmed, l’associazione dei primari, dei dirigenti sanitari, degli anestesisti rianimatori e molti altri.

La protesta deriva da un’incongruenza di fondo: il Piemonte è stato il secondo territorio più colpito d’Italia con 31.061 contagi e 4012 decessi. Ma allo stesso tempo offre il Bonus Covid più basso tra le regioni del Nord d’Italia. I numeri li abbiamo visti.

Tuttavia l’assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi, non ha intenzione di indietreggiare. Le risorse sono quelle e non c’è tempo per trattare ancora a lungo, altrimenti si rischia che i premi di marzo e aprile arrivino mesi e mesi dopo.

Intanto nella giornata di ieri lo stesso Icardi ha annunciato la fine delle Fase 1 dell’Unità di Crisi. “I dati sono i migliori dall’inizio dell’epidemia”, ha detto e a breve darà il via alla Fase 3 della task force per l’emergenza che confluirà nel nuovo Dipartimento regionale di Malattie ed emergenze Infettive.

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