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Museo Egizio di Torino, alcune curiosità

Da Francesca Palumbo

Aprile 01, 2020

Tra i fiori all’occhiello di Torino e dell’Italia intera svetta senz’altro il Museo Egizio.
Polo culturale dall’importanza indiscussa, questo museo accoglie ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo.
Avvolto da una patina affascinante di storia e leggende, il Museo Egizio non è solo un luogo da visitare, ma anche una vera e propria esperienza a 360°.
Un tuffo nel passato ricco di curiosità, eccone alcune.

La somiglianza con il Museo del Il Cairo

Il Museo Egizio di Torino, nonostante la grande distanza dalla terra di cui rappresenta le origini non è troppo diverso da quello del Cairo.
Moltissimi reperti infatti sono custoditi proprio a Torino, con una collezione che si divide equamente tra la capitale egiziana e la nostra città.
Il frutto degli scavi di inizio Novecento in Egitto, passa proprio per Torino, il cui Museo è secondo al mondo solamente a quello de Il Cairo.

Migliaia di nuovi articoli in breve tempo

La forza del Museo Egizio di Torino sta anche nella sua capacità di rinnovarsi continuamente.
Agli albori del secolo scorso in pochi anni approdarono a Torino almeno 30.000 pezzi da collezione (oggi incrementati) che raccontano la storia della famosa civiltà sul Nilo dagli albori fino ai cambiamenti del suo tardo sviluppo.

L’amore per l’Egitto e il primo museo

Un secolo prima degli scavi del 1900 si scatenò in Europa una vera e propria febbre d’Egitto. Il desiderio di vedere, toccare e possedere reperti, monili e tutto quanto di appartenente a quella affascinante civiltà si faceva strada sempre più.
Bernardino Drovetti, amatore di origini piemontesi riuscì addirittura a mettere insieme una collezione di più di ottomila articoli da gioielli a mummie.
La collezione sarebbe stata poi acquistata negli anni venti dell’Ottocento da re Carlo Felice, che avrebbe così dato vita al primo embrione di museo egizio nel mondo.

Tra successi e presunte maledizioni

Il Museo Egizio di Torino nel 2016 è stato dichiarato l’ottavo museo più visitato al mondo.
Eppure, come in ogni struttura ricca di fascino e mistero che si rispetti, la leggenda narra che aleggi la maledizione del faraone.
Nessuna apparizione o spostamento inspiegabile di oggetti naturalmente, ma un curioso caso di lieve intossicazione alimentare su un gruppetto di bimbi in gita nei primi anni duemila fece pensare a una sorta di antico rito contro i curiosi.
Per quanto affascinante ovviamente, l’ipotesi è da scartare, ma contribuisce senza dubbio a creare un’aura di ulteriore mistero introno a questo splendido museo.
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Francesca Palumbo

Giornalista pubblicista laureata in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica e Politica. Ottima conoscenza dell'inglese. Responsabile Ufficio Stampa con esperienza di 5 anni.