Territorio
Oltre 4mila borghi fantasma in Piemonte: un censimento fotografa le borgate abbandonate

Oltre 4mila borghi fantasma in Piemonte: un censimento fotografa le fragilità e le opportunità di un territorio su cui sono stati investito oltre 50 milioni di euro
Sono oltre 4mila i borghi fantasma in Piemonte.
Per l’esattezza sono ben 4.231 i borghi alpini e appenninici abbandonati.
Grazie ad un primo censimento, questi luoghi potranno avere una seconda vita come è già avvenuto in questi anni per altre 32 borgate piemontesi.

Si tratta della prima e unica mappatura scientifica delle borgate, effettuata da Uncem, basata su dati regionali.
Il censimento ha anche inserito schede realizzate dalle 56 Unioni montane di comuni piemontesi nel volume di circa 600 pagine “Borghi alpini e appenninici del Piemonte”.
Questa mappatura fotografa la situazione dei borghi fantasma sparsi sul territorio e può essere utile per attrarre l’attenzione delle istituzioni e degli investitori sui borghi alpini e appenninici fantasma.
I borghi fantasma in Piemonte
Di questi 4.231 borghi fantasma in Piemonte ben 1.845 sono in provincia di Torino, mentre sono 1.450 i borghi del Cuneese.
Nello specifico, ben 478 borgate abbandonate si trovano nell’Unione Montana di Comuni del Pinerolese (Valle Pellice), a cui si aggiungono altri 41 borghi alpini nel Pinerolese Pedemontano, confluito nell’Unione che ha come capoluogo Luserna San Giovanni. L’Unione Montana delle Valli Chisone e Germanasca, invece, contano 469 borghi.
Uncem Piemonte ha iniziato il suo lavoro 15 anni fa, ma dal 2008 ad oggi la Regione ha investito oltre 52 milioni di euro per dare nuova vita ai borghi alpini.
La rivitalizzazione dei borghi
Il primo step per rivitalizzare questi luoghi è il restauro dei ruderi, la quale, però, deve essere accompagnata dall’introduzione di nuovi elementi legati all’agricoltura, al turismo soft e alle innovazioni tecnologiche.
Infatti, per accedere ai fondi stanziati dall’Unione Europea sugli Smart Villages nel suo Green New Deal, le nuove borgate dovranno essere green e smart con spazi per alberghi diffusi, social housing, cooperative di comunità, centri multifunzionali e associazioni fondiarie.
Dunque, i borghi fantasma del Piemonte si apprestano a vivere nuova vita grazie al censimento Uncem e ai fondi messi a disposizione da Bruxelles.