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Torino vuole l’Igp al gianduiotto: un comitato per ottenere il marchio

Da Alessandro Maldera

Gennaio 07, 2020

Ora Torino vuole l’Igp al gianduiotto.
L’idea venne inizialmente abbozzata, e successivamente archiviata, negli anni Novanta, ma ha ripreso credito dopo l’Expo di Milano del 2015.
Infatti, durante i sei mesi di esposizione universale milanese dedicata al cibo, venne inaugurato il Cluster del Cioccolato, palcoscenico dedicato agli amanti dell’oro marrone con protagoniste le aziende delle tre grandi città italiane produttrici, ossia ModicaPerugia e Torino.
Una volta finita l’esposizione, però, il capoluogo piemontese si è piazzato all’ultimo posto nelle classifica delle vendite rispetto al capoluogo umbro e alla cittadina siciliana.
Il marchio Igp (Indicazione Geografica Protetta), attribuito dall’Unione Europea a tutti quei prodotti alimentari per i quali una determinata qualità e la reputazione dipende dall’origine geografica, è una garanzia oltre ad essere un riconoscimento che renderebbe complicato produrre il gianduiotto lontano dal Piemonte.
Infatti, il marchio Igp avrebbe salvato la produzione della Pernigotti di Novi Ligure.
Tuttavia, l’iter per il riconoscimento di questo marchio non sarà facile, ma porterà sicuramente importanti vantaggi.
I produttori piemontesi, però, sono spinti dal successo dei produttori di Modica che, dopo 15 anni di lavori, hanno ottenuto il riconoscimento del primo cioccolato Igp al mondo.
Nel 2012 il cioccolato è stato inserito nell’elenco dei prodotti di qualità dell’UE in seguito ad una lunga opera di lobby.

I sostenitori del progetto

A sostenere il progetto per il gianduiotto Igp sono un trentina di artigiani del cioccolato piemontese con in testa Guido Castagna e Guido Gobino, ma anche alcuni produttori di materie, come le nocciole delle Langhe, e la Camera di Commercio.
Così, dopo 3 anni di anni lavoro, è stato lanciato un comitato per l’Igp al gianduiotto, sostenuto dall’Università di Torino, dalla Scuola di Economia e dal Dipartimento di Agraria.
Quest’ultimo è già al lavoro per lo studio degli ingredienti per poter redigere un disciplinare entro una anno.
Si tratta di un protocollo dove verranno inserite tutte le caratteristiche del gianduiotto, dalla forma alla qualità, dagli ingredienti da utilizzare fino ai diversi metodi di lavorazione da certificare.
I prossimi step dell’iter del riconoscimento Igp prevedono il via libera dal Governo di Roma, per poi passare a Bruxelles, dove gli esperti dell’Unione Europea dovranno valutare la validità della richiesta.
Dunque, un’altra eccellenza tipicamente piemontese come il gianduiotto potrebbe ottenere il marchio Igp.
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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende