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L’asteroide chiamato Torino e i suoi compagni celesti

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L’asteroide chiamato Torino e i suoi compagni celesti

“Torino è la capitale italiana dell’industria automobilistica e aerospaziale. Tra gli scienziati nella storia della città ci sono Avogrado, Lagrange, lo scopritore del campo magnetico rotante Galileo Ferraris e la vincitrice del premio Nobel nel 1986, Rita Levi-Montalcini.

La città ha anche prestato il suo nome ad una “scala” usata per valutare il rischio di collusione tra la Terra e corpi cosmici”. Così recita la descrizione del l’asteroide 9523 sul sito della NASA, nel database degli small body, che racconta al mondo il significato del nome di battesimo del corpo celeste: “Torino”.

Battezzato nel 2010, l’asteroide è stato scoperto nel 1981 in terre molto lontane da quelle italiane, durante una notte all’Osservatorio australe europeo sulle Ande cilene, da Giovanni De Sanctis, dell’Osservatorio di Pino torinese, e dall’astronomo belga Henri Debehogne.

La proposta di battesimo è stata fatta molti anni dopo dalla sua scoperta, ma in onore dell’Euro Science Open Forum 2010 di Torino.

Ad avanzare la proposta, poi accettata dall’International Astronomical Union, sono stati il planetologo Mario Di Martino, uno dei padri della scoperta De Sanctis e il giornalista de “La Stampa” Bianucci.

L’onore di ricevere il certificato dell’asteroide 9523, ormai a pieno titolo “Torino”, è stato del sindaco Chiamparino, ed è stato interpretato come simbolo, non solo della città, ma di tutte le persone e le personalità che l’hanno attraversata.

L'asteroide chiamato Torino e i suoi compagni celesti
Sergio Chiamparino

Lo stesso anno in cui fu scoperto l’asteroide Torino, in quella notte di osservazione cilena, ci fu anche un altro piccolo pianetino a fare la sua comparsa.

Stiamo parlando dell’asteroide 9722.

Tra Marte e Giove, nella fascia superiore degli asteroidi, il piccolo pianeta non è passato inosservato ai due astronomi.

Il trio torinese De Sanctis, Di Martino e Banucci decisero di dedicarlo ad una personalità stimata da tutto il mondo e che tanto ha fatto per la scienza e per la ricerca, la nostra Rita Levi-Montalcini.

La dedica alla Montalcini e la descrizione nel database della Nasa raccontano della sua scoperta del Nerve Growth Factor (1952), la proteina che controlla la proliferazione delle cellule nervose, oltre che della sua vittoria del Premio Nobel nel 1986 e per essere stata una grande promotrice di progetti a favore delle donne nei paesi in via di sviluppo.

Il certificato di battesimo fu consegnato a sua nipote, Piera Levi-Montalcini, sempre in occasione di ESOF 2010.

L'asteroide chiamato Torino e i suoi compagni celesti

Entrambi gli asteroidi sono piccini, “Torino” percorre un’orbita di circa 5 km di diametro, una misura addirittura più piccola della città di cui porta il nome. “Levi-Montalcini”, invece, è leggermente più grande, con un diametro di 10 km, e si trova a circa 450 km di distanza dal Sole, il triplo della Terra.

Nella stessa fascia di asteroidi, qualche anno dopo dallo scoperta dei due corpi celesti, fu scoperto un terzo pianetino, che oggi porta il nome di un altro stimato personaggio piemontese.

È apparso agli occhi di Debehonge nel 1989, sempre da un’osservazione in Cile, ed è stato anonimo per venti lunghi anni, finchè Di Martino e Banucci non ne hanno reclamato il nome.

“Primo Levi”, decisero, e Primo Levi fu, nel 2012.

Nella motivazione della dedica troviamo queste parole: Chimico e scrittore italiano, fu autore di due romanzi e di alcune raccolte di racconti, di saggi e poesie.

La sua opera più nota è Se questo è un uomo, testimonianza del suo periodo di prigionia nel campo di concentramento di Auschwitz.

Lui è il più grande tra i compagni piemontesi, con un diametro di circa 15 km, e tiene compagnia alla stimata Rita Levi-Montalcini nella stessa fascia di asteroidi.

Giulia Masoero Regis

 

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