Mole24 Logo Mole24
Home » Territorio » Il Duomo di Torino: splendore rinascimentale di una città barocca

Il Duomo di Torino: splendore rinascimentale di una città barocca

Da Alessandro Maldera

Agosto 03, 2019

Il Duomo di Torino: splendore rinascimentale di una città barocca

Il Duomo di Torino: un splendido gioiello rinascimentale nella città barocca

Il Duomo di Torino, dedicato a San Giovanni Battista patrono della città, è uno dei rari esempi di architettura rinascimentale torinese. Si trova nei pressi dei Musei Reali e a pochi passi da Piazza Castello.

La storia

Venne eretto tra il 1491 e il 1498 per volontà del cardinale Domenico della Rovere, sullo scheletro di tre chiese preesistenti dedicate a San Salvatore, Santa Maria e San Giovanni Battista.

Quest’ultima conteneva il fonte battesimale ed era radicata sul suolo torinese fin dall’età longobarda. Il Museo Diocesano, nella parte sotterranea del Duomo, custodisce i resti archeologici e la storia delle antiche chiese.

Nel 1490, con l’abbattimento delle basiliche, si iniziò l’edificazione del nuovo complesso su progetto dell’architetto toscano Amedeo da Settignano, detto Meo del Caprina, che portò le novità rinascimentali di Roma in Piemonte.

Fu Bianca di Monferrato, reggente di Casa Savoia, a posare la prima pietra nel 1491.

Dopo 7 anni, terminati i lavori del nuovo Duomo, Papa Leone X elesse Torino a Città Metropolitana.

Il Duomo di Torino: splendore rinascimentale di una città barocca
Il Duomo di Torino: splendore rinascimentale di una città barocca

La consacrazione

Il Duomo di Torino, consacrato il 21 settembre 1505, divenne il punto focale del Ducato di Savoia, arrivando persino ad ospitare la Sacra Sindone nel 1578.

Nel corso del Seicento si decise di ampliare la Cattedrale per renderla degna della preziosa reliquia.

La parte terminale del coro venne in parte demolita per far spazio a una cappella destinata a custodire la Sindone.

Per la sua costruzione i Savoia si rivolsero in un primo momento a Bernardino Quadri, arrivato a Torino nel 1649 alla corte di Carlo Emanuele II.

Tuttavia il suo progetto venne rifiutato, perché la grandezza della sua cupola non reggeva il confronto con la mole del Duomo.

Il Duomo di Torino: splendore rinascimentale di una città barocca
Il Duomo di Torino: splendore rinascimentale di una città barocca

Fu chiamato allora Guarino Guarini che stava già lavorando alla Real Chiesa di San Lorenzo in Piazza Castello.

I lavori per la realizzazione della cupola durarono 28 anni e si conclusero solo nel 1694.

La Cappella della Sindone ebbe poi il destino sfortunato che tutti i Torinesi con malinconia ricordano: Nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997 un cortocircuito scatenò un violento incendio all’interno della cappella.

I vigili del fuoco accorsi immediatamente sul luogo riuscirono a salvare la teca che proteggeva la Sindone.

Tuttavia dalle fiamme venne innescata un’esplosione che danneggiò gravemente l’altare, molti monumenti e gli arredi.

Dopo un restauro durato quasi quanto la sua costruzione, la Cappella della Sindone è stata riaperta al pubblico il 27 settembre 2018, ed è tornata a svettare imponente nel cielo torinese.

Il Duomo di Torino: splendore rinascimentale di una città barocca
Il Duomo di Torino: splendore rinascimentale di una città barocca

Fuori rinascimentale dentro barocco: due stili che si incrociano

Il Duomo di Torino può essere considerato una fusione di Rinascimento e Barocco.

È strutturato secondo i canoni rinascimentali della semplicità e regolarità delle forme.

Da una base a croce latina si erge un’ampia navata centrale marcata da pilasti in pietra di Susa e costeggiata da due navate minori da cui nascono tredici cappelle (sei lungo la navata destra e sette lungo la navata sinistra).

Degna di nota è la seconda cappella destra, dedicata ai santi Crispino e Crispiniano, affrescata da Defendente Ferrari, mentre la prima cappella a destra accoglie il battistero.

La ricchezza dell’interno barocco è amplificata dalla maestosità dell’altare della Cappella della Sindone, realizzato da Antonio Bertola, che conserva al suo interno la teca in vetro e argento della reliquia.

Per volere di re Carlo Alberto, il Duomo di Torino venne ulteriormente impreziosito nel 1835 da una copia su tavola dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci realizzata dal pittore vercellese Luigi Cagna.

Un’opera imponente che arriva a pesare oltre 900 chili!

Fuori rinascimentale dentro barocco: due stili che si incrociano Il Duomo di Torino può essere considerato una fusione di Rinascimento e Barocco.
.

La facciata della cattedrale in marmo bianco, con timpano e tre portali decorati, rappresenta un’anomalia rispetto ai coevi edifici torinesi in mattone.

Si tratta di un chiaro esempio rinascimentale, ispirato probabilmente alla chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma.

All’esterno, sul fianco sinistro separato dalla costruzione principale, sorge il campanile, realizzato per volontà del vescovo De Compeys.

La cella campanaria venne progettata da Filippo Juvarra, autore di numerosi edifici torinesi, ma non fu mai completata.

Completa il sacro complesso la cripta, che nell’attesa della costruzione del Duomo fungeva da chiesa provvisoria.

Si tratta di un ambiente ricco di tombe e monumenti dove per molto tempo vennero allocate le spoglie di Amedeo VIII, Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele II, poi spostate nella cappella della Sidone.

Altra curiosità del Duomo di Torino è la meridiana posta sul lato destro della chiesa. una particolarissima meridiana astrologica, tardo-settecentesca, impressa sul lato sud della cattedrale che non serve per segnare l’ora, ma bensì per sapere in periodo del cavalendario zodiacale ci troviamo.

Informazioni utili:

  •  Indirizzo: Via XX Settembre 87,Torino
  • Telefono: O11 4361540
  • Sito Ufficiale, con la app per scoprire la Cattedrale: www.duomoditorino.it

Orari di apertura:

  • dal lunedì al venerdì: 7:00-12.30 / 15:00-19:00
  • sabato, domenica e festivi: 8:00-12.30 / 15:00-19:00

Orari Santa Messa:

  • giorni feriali: alle ore 18:00
  • giorni festivi: alle ore 9:00  e alle ore 18:00
Alessandro Maldera Avatar

Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende