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Nel dialetto piemontese si nascondono delle parole inglesi

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L’influenza linguistica delle culture estere non è cosa nuova: nel dialetto piemontese si nascondono delle parole inglesi come sanguis, chiclets e altre

L’influenza della lingua anglosassone è esplosa con la globalizzazione, l’avvento di internet, dei social network e dei voli low cost che ci permettono di conoscere il mondo, vedere nuovi posti e incontrare culture diverse dalla nostra.

Un fenomeno caratteristico di questa invasione linguistica è la naturalizzazione di parole di derivazione straniera, soprattutto inglese, come jeans, computer e smartphone.

Questo non succede solo con l’inglese, ma in minor modo anche con il francese e lo spagnolo.
L’influenza della lingua inglese, però, non è una cosa nuova.

Infatti nel dialetto piemontese ci sono dei termini che hanno origine anglosassone.

L’esempio per eccellenza di questo mix linguistico è la parola chiclets.

Questo termine viene utilizzato quasi esclusivamente dai torinesi per indicare la gomma da masticare.

Un altro esempio è la parola sanguis che sta a significare il sandwich, il classico panino inglese.


Inoltre, gli influssi anglosassoni variano non solo nella stessa Torino, ma addirittura cambiano molto da famiglia a famiglia.

Per esempio, per dire “questo”, molti dicono “qust”, mentre altri dicono “tis”, termine molto più vicino all’inglese “this”.

Qualcuno per indicare l’andare a dormire dicono “‘nduma a slip”, dal l’inglese “to sleep”, che significa appunto dormire. Stesso discorso per la parola “sclint”, dall’inglese “clean”, che vuol dire pulito.


Insomma, forse non tutti avevano notato che nel dialetto piemontese si nascondono delle parole inglesi e se prestassimo maggiore attenzione ne scoveremmo sicuramente tante altre.

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