Storia

Absu Imaily Swandy, l’extraterrestre che amava via Po

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Nel 1973 un extraterrestre, Absu Imaily Swuandy, visitò Torino e passeggiò per via Po, la sua via preferita.

Non ci sono le prove che quanto avete appena letto sia accaduto veramente. Ma se così fosse, sarebbe solo l’ennesima prova che Torino sia una città esoterica. Di seguito la cronaca delle notizie sull’extraterrestre che i giornali dell’epoca diedero seminando scalpore e ilarità.

Incominciò tutto nel 1973, in autunno, in diverse redazioni giornalistiche giunse un messaggio che non lasciava fraintendimenti.

La Sideral Intercontacts Centre (SIC) informava sull’avvenuto atterraggio a Torino del maestro Absu Imaily Swandy, di anni 256. La nota continuava avvisando che sarebbe partito il 30 novembre successivo alle 18 da San Maurizio Canavese.

Incredibile ma vero in città moltissimi testimoniarono di aver visto il grande maestro (maestro di cosa non è dato a sapere) girare per le strade del centro.

L’identikit non troppo vago lo descriveva come alto quasi due metri, capelli e barba entrambi bianchi e lunghi, ed in possesso di una Bentley dalla quale molti lo avevano già visto scendere. Le voci raccontavano come spesso lo si poteva vedere passeggiare per via Po a Torino.

La stampa a stelle e strisce improvvisamente perse la testa. Non ci mise molto a descrivere il capoluogo sabaudo come affollato di demoni e definirlo pista di atterraggio per improbabili astronavi. Ma tant’è.

La caccia ad Absu continuò per giorni, in particolare nei pressi di via Rossini, forse sede del SIC. Ai  giornalisti invece non andò come alla gente comune, niente intervista o avvistamento.

 Il 30 novembre 1973 il maestro alieno sarebbe ripartito

Ebbene in quella data un testimone, suo malgrado qualcosa vide.

Gli ignari occhi furono quelli del pilota dell’Alitalia Giovanni Mezzelani. Alle ore 18.05 mentre il pilota effettuava un atterraggio, la torre di controllo di Caselle prese a chiedergli se vedesse qualcosa nei cieli.

Lui rispose in modo affermativo; precisò in un secondo momento al settimanale Panorama che quanto visto poteva essere qualunque cosa, ma non seppe dire cosa “mai visto una luce simile“.

La vicenda rimbalzo sui maggiori quotidiani esteri e nazionali con una serie di foto allegate dello strano oggetto celeste; ai più un UFO. La vicenda finirebbe qua se non fosse che un altro piccolo inconveniente si aggiunse alla storia.

A UFO sparito, il Circolo della Stampa organizzò una riunione con gli esperti di ufologia del tempo. Il  SIC tre giorni prima della riunione aveva inviato un avvertimento chiaro, “i falsi profeti saranno cancellati con il fuoco. Arderà il Musinè“. Così fu.

Il 14 dicembre mentre al Circolo della Stampa si teneva la riunione ufologica il Musinè prese fuoco. Intervennero i vigili del fuoco. Le fiamme formarono un cerchio immenso. E poi tutto tacque.

L’opinione pubblica si divise tra gli scettici e chi invece credeva alla veridicità dell’episodio. Per supportare la loro teoria i “credenti” si appellano alla legge dei grandi numeri. Infatti, sottraendo all’anno dell’avvenimento, 1973, l’età di Imaily, 256, si ottiene il numero 1717, ovvero due volte il numero associato  agli extraterrestri, il 17 appunto. Inoltre, il 1717 è l’anno in cui venne posata la prima pietra della Basilica di Superga.

Gli scettici però non avevano tutti i torti. Infatti, sembra che negli anni Settanta la fantomatica Sidereal Intercontact Centre abbia inviato per posta dei documenti che certificassero avvistamenti e contatti con alieni, ad alcuni esponenti dell’ambiente ufologico torinese. In pratica, sarebbe tutto uno scherzo. Il maestro Imaily di 256 anni sarebbe un personaggio inventato, così come la foto dello stesso, che venne inviata agli studiosi di ufologia.

Oggi, a distanza di più di 45 anni, non si ha ancora la certezza dell’identità dell’autore della burla, ma si hanno molti sospetti.

Damiano Grilli

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