Mole24 Logo Mole24
Home » Eventi » “Anche le statue muoiono”: al Museo Egizio una mostra sul conflitto e sul patrimonio artistico tra antico e contemporaneo

“Anche le statue muoiono”: al Museo Egizio una mostra sul conflitto e sul patrimonio artistico tra antico e contemporaneo

Da Alessandro Maldera

Giugno 20, 2018

I visitatori del Museo Egizio hanno la possibilità 364 giorni all’anno di ammirare oltre 4000 anni di storia, arte e archeologia all’interno delle sale dedicate alla collezione permanente.
A partire dai reperti della collezione, il Museo Egiziopropone un intenso programma di esposizioni temporanee perché il pubblico possa sempre trovare nuovi spunti e approfondimenti.
Fino al prossimo 9 settembre, il Museo offre, inclusa nel biglietto di ingresso, la possibilità di visitare la mostra “Anche le statue muoiono”.
Si tratta di un evento diffuso, che ha coinvolto tre sedi: oltre al Museo Egizio, infatti, hanno fornito un fondamentale contributo anche la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e i Musei Reali. Tutti questi importanti enti della nostra città sono riusciti a creare una sinergia e a collaborare, ricevendo anche l’importante supporto del CRAST (Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino).
Il progetto espositivo prende il nome dal titolo francese di un documentario del 1953 realizzato dal regista Alain Resnais e Chris Marker. Una prima suggestione è data dall’immagine guida, che è un dettaglio di una fotografia in bianco e nero di Mimmo Jodice. Lo scatto, estrapolato dall’opera “Anamnesi”, mostra il volto di pietra di una statua, che è stato intaccato dallo scorrere del tempo e dalla storia.

Tematiche trattate

Il tema centrale della mostra è la vulnerabilità, intesa come distruzione sistematica e consapevole del patrimonio culturale. Una tematica delicata, alla quale viene affiancata l’importanza della conservazione e protezione dei beni artistici di ogni epoca.
Sono tre i punti cardine di questa mostra. Il primo è quello della distruzione e del saccheggio. In questo contesto vengono analizzate le motivazioni che hanno spinto (e tutt’ora spingono) gli uomini a distruggere il patrimonio artistico e archeologico. Gesti vili, che hanno lo scopo di mistificare l’identità altrui, con la conseguente dispersione e annichilimento della memoria dei popoli.
Il secondo tema è il potere delle immagini. Spesso viste come semplici figure, contengono in realtà una grande varietà di significati e svolgono un gran numero di funzioni.
Il terzo tema è invece il ruolo dei musei. Queste istituzioni svolgono il fondamentale ruolo di narratori di storia e cultura, ma presentano un doppio aspetto. Da un lato quello positivo di luoghi incaricati della conservazione e della protezione degli oggetti esposti; dall’altro quello negativo, simboleggiato dall’attività di appropriazione, che rende i musei “predatori” di patrimoni e custodi di reperti che, in caso contrario, potrebbero essere esposti al rischio di andare distrutti o di scomparire.

Funzioni della mostra

Analizzando più approfonditamente le funzioni di questa mostra, si scopre che l’esposizione si pone e cerca di rispondere ad alcune domande: qual è il ruolo di un patrimonio storico-artistico nei processi di costruzione dell’identità culturale di un popolo? Quali sono gli effetti di una devastazione così estrema sul senso di appartenenza, sull’idea di tradizione e condivisione, sulla possibilità di concepirsi come un insieme? Su quali basi si può costruire un futuro, se le tracce del proprio passato sono state sistematicamente obliterate? Come si può concepire un’idea di riparazione, di riconciliazione?
Anche le statue muoiono” cerca di risolvere questi quesiti mettendo in comunicazione antichi reperti e opere di artisti contemporanei. Questi ultimi sono prevalentemente provenienti dai Paesi in cui la guerra ha distrutto o danneggiato in maniera irreparabile il patrimonio artistico. Ne sono esempio Iraq, Iran e Libano.
L’itinerario si apre con un suggestivo incontro tra gli sguardi dei nove volti fotografati da Mimmo Jodice e quelli spezzati dei governatori di Qau el-Kebir (1900 – 1850 a.C). Viene riservato un apposito momento di riflessione sul ruolo dei Musei tramite le opere di Ali Cherri, Liz Glynn e Walid Raad. Infine, una sala dell’esposizione è dedicata alle fotografie prodotte dal CRAST a Ninive. Nella sua spedizione, il Centro di Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino è riuscito a immortalare per l’ultima volta il “Palazzo senza Eguali” di Sennacherib. Una splendida struttura che, in seguito, è stata totalmente rasa al suolo.
Occorre inoltre sottolineare che il Museo Egizio si apre per la prima volta all’arte contemporanea con un omaggio doveroso. La mostra è allestita nelle sale dedicate a Khaled al-Asaad, ucciso pochi anni fa dall’Isis, mentre cercava di preservare il sito archeologico di cui era direttore, quello di Palmira.

Dettagli del progetto e termine dell’esposizione

Anche le statue muoiono” è un progetto elaborato dai curatori Irene Calderoni, Stefano de Martino, Paolo Del Vesco, Christian Greco, Enrica Pagella ed Elisa Panero. Mostra la capacità delle strutture torinesi non solo di dialogare tra di loro, ma anche di aprirsi e di raccontare realtà esterne e lontane, spesso sconosciute ai più e che non toccano direttamente la nostra realtà.
Un’occasione imperdibile per aprire i propri orizzonti e per approfondire le proprie conoscenze su tematiche di grande fascino, che spesso non trovano lo spazio che meritano. C’è tempo fino al 9 settembre per visitare la mostra al Museo Egizio.
Alessandro Maldera Avatar

Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende