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18 febbraio 1963: la morte di Beppe Fenoglio, scrittore e partigiano piemontese

Da Andrea Decorato

Febbraio 18, 2018

Il 18 febbraio ricorre l’anniversario della morte di Beppe Fenoglio. Nel 1963 se ne andava uno dei più grandi scrittori della storia del nostro Paese.
Nacque nel 1922 da una modesta famiglia di Alba. Era il primo di tre fratelli. Quando era bambino, suo padre riuscì a comprare una macelleria nella cittadina in provincia di Cuneo. Grazie a questo importante cambiamento, la famiglia di Fenoglio iniziò a vivere un periodo di prosperità economica.
Il benessere personale permise al giovane Giuseppe di frequentare il Liceo Ginnasio “Govone” di Alba. Qui conobbe Leonardo Cocito e Pietro Chiodi. I due professori, entrambi professori e comunisti, esercitarono una grande influenza su Fenoglio e ne indirizzarono le tendenze antifasciste.
Si iscrisse all’Università degli Studi di Torino nel 1940 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. La lasciò appena tre anni dopo, nel 1943, anno in cui fu chiamato alle armi. Dopo essere stato a Ceva (Cuneo) e Pietralata (Roma), Fenoglio entrò a far parte dei primi gruppi partigiani. Lottò con essi fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo la fine del conflitto, il giovane non abbandonò definitivamente gli studi e si dedicò all’attività di scrittura e al suo lavoro di corrispondente estero per una casa vinicola di Alba.

Opere e morte

Nel periodo compreso tra il 1952 e il 1963 realizzò degli autentici capolavori. Il primo fu “I ventitré giorni della città di Alba“, uscito nel 1952. Poi fu il turno de “La malora“, datato 1954. Nel 1959 fu pubblicato “Primavera di bellezza“. Infine, nel 1963, uscirono “Un giorno di fuoco” e “Una questione privata“.
Il vero successo, però, Fenoglio lo raggiunse con un’altra opera. Si tratta del romanzo “Il partigiano Johnny“, uscito nel 1968 e incentrato sulla Seconda Guerra Mondiale. Un capolavoro pubblicato dopo la sua morte, dunque incompiuto, che contribuì alla crescita della sua popolarità.
Proprio la morte di Beppe Fenoglio giunse abbastanza prematuramente. Lo scrittore se ne andò all’età di 40 anni, il 18 febbraio del 1963. Solo dieci giorni dopo avrebbe festeggiato il suo 41esimo compleanno. Un decesso dovuto a numerosi problemi di salute, causati dal vizio del fumo dell’autore. Fumava svariate decine di sigarette al giorno, compromettendo così le vie respiratorie e le coronarie.
Un autore che ha lasciato un segno indelebile nella letteratura piemontese è italiana, dal quale molti hanno tratto, traggono e continueranno a trarre ispirazione.
(Foto tratta da Paper Street)
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Andrea Decorato

Andrea Decorato: nato e cresciuto a Torino, città che ama. Sogna e s'impegna per diventare giornalista, ama il calcio, la politica