Il Salone del Libro “caccia” l’Arabia Saudita

Si parla molto del Salone del Libro in queste ultime settimane: qualche giorno fa la “soffiata” secondo cui i numeri degli ultimi anni potrebbero essere stati gonfiati. Oggi arriva una notizia destinata a lasciare non poche code polemica.
Il fatto: l’Arabia Saudita è stata esclusa dal Salone, di cui non sarà più ospite d’onore. Il motivo: la condanna a morte del 20enne, Al Nimr, per una manifestazione contro il regime cui ha preso parte quando era ancora minorenne.
Si è riunito il Cda della Fondazione che presiede il Salone e ha deciso per il ritiro dell’invito. Si diceva, una decisione destinata ad alimentare polemiche, in verità esplose subito: l’Ambasciatore Saudita in Italia ha chiesto, nemmeno troppo pacatamente, di non interferire negli «affari interni» del Paese e a non dare lezioni in tema di diritti umani. In altre parole, di farci gli affari nostri.
Circostanziando, peraltro, citando i 14 reati di cui Al Nimr è stato dichiarato colpevole, tra cui «molteplici attacchi armati contro mezzi della polizia, contro personale e stazioni di polizia con armi e bombe molotov, la creazione di cellule terroristiche armate, protezione e assistenza offerta a terroristi ricercati, ripetute rapine a mano armata a danno di negozi e farmacie, nonché reiterati attacchi a proprietà private e pubbliche».