Buche a Torino: una ogni 100 mq

Gli ultimi dati relativi alla situazione delle nostre strade non possono non suscitare allarme: al 15 settembre risale l’ultimo censimento di ben 1286 buche a Torino di severità medio-alta, di cui quelle più pericolose – soprattutto per i ciclisti – hanno già ricevuto un minimo di aggiustamento da parte dei vigili che hanno provveduto alla catalogazione.
Come viene monitorata la situazione delle buche a Torino
Già nell’estate del 2013 si stimavano oltre 3 mila casi di criticità; sembrerebbe tuttavia che la situazione col tempo non accenni a risolversi del tutto, anzi, ogni anno è necessario correrei ai ripari per fronteggiare una vera e propria emergenza.
ll pm Raffaele Guariniello, titolare dell’indagine, ha riconosciuto l’evidente problematicità che caratterizza l’Italia rispetto a molti altri Paesi europei. Il monitoraggio è stato effettuato dalla Polizia Municipale; per ogni buca è stata redatta una scheda descrittiva e la classificazione ha suddiviso i danni al manto stradale in buche in comuni, usure superficiali, chiusini con avvallamenti e lastricati smossi.
Il controllo costante, oltre a essere prezioso per gli interventi tempestivi in casi di forte allarme, è anche indispensabile alla procura, che riceve le denunce di cittadini vittime di incidenti dovuti ai dissesti e per i quali sono aperte da tempo inchieste per lesioni colpose.
Tutto era infatti iniziato nel 2013 con due fascicoli: uno, per omicidio colposo, riguardo la vicenda di Ezio Fogli, pensionato morto dopo essere caduto, mentre camminava per strada, a causa di una buca; l’altro vedeva invece l’ipotesi di lesioni colpose per il ferimento di una turista francese in corso Vittorio, davanti a Porta Nuova.
I nuovi dati, suddivisi per quartiere, confermano condizioni critiche un po’ dovunque: resta Madonna di Campagna (232 buche) il quartiere più dissestato. Seguono San Salvario e la zona precollinare (208), e persino l’elegante Crocetta si distingue con il suo centinaio di buche.
Molte sono già state rattoppate, ma nella maggior parte dei casi si tratta di soluzioni temporanee, di interventi a freddo, più economici, ma meno duraturi, che rischiano di riaprirsi alle prime piogge. Certamente, man mano che si avvicinerà la stagione invernale, bisognerà fronteggiare nuovi deterioramenti sulle nostre strade.
Manuela Marascio