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“La storia della fotografia a Torino” Scarica gratis il primo ebook di Mole24

Da Alessandro Maldera

Luglio 24, 2015

L’8 ottobre 1839 Enrico Federico Jest scatta la prima fotografia di Torino: è una veduta della Gran Madre di Dio.

È un evento, un cambiamento epocale. Di più, una rivoluzione.

Il mondo accademico, quello artistico, i giornali, gli aristocratici: tutti sono in subbuglio, a Torino.

Tutti sono in attesa, emozionati e al tempo stesso meravigliati: dove potrà portarci questo oggetto misterioso, ingombrante, difficile da utilizzare ma al tempo stesso così affascinante.

Non sarà un approccio semplice, però, quello alla fotografia: certo, le potenzialità del nuovo mezzo sono immense, ma occorre, per poterlo utilizzare, avere conoscenze specifiche negli ambiti della chimica e dell’ottica. Come marchingegno, poi, non è neanche dei più economici.

Non è buono nemmeno per fare un ritratto, almeno agli inizi, e a malapena può servire come ‘assistente’ dell’incisione per le vedute della città da proporre ai turisti.

La stampa generalista dopo un primo, breve innamoramento non ne parla nemmeno più: la novità è passata, non fa più notizia, almeno per ora, e poi è troppo per ‘addetti ai lavori’.

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Sì, tutto vero. Ma è vero altresì che qualcosa in ambito sociale e di politica estera si sta muovendo.

Le politiche di Carlo Alberto portano ad un’apertura al dialogo ed allo scambio con i cugini d’oltralpe e dalla Francia e da Parigi transitano in città alcuni dei fotografi più aggiornati, portando con loro le principali novità sul mezzo, che i nostri fanno subito proprie.

C’è poi, a Torino, una classe sociale che è in rapida crescita, possiede molto denaro ed intende raggiungere una posizione di potere all’interno delle gerarchie cittadine: la borghesia. E la fotografia, come innovazione, può benissimo essere utilizzata per questi scopi, giusto?

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Può essere il simbolo del nuovo che soppianta il vecchio.

Un ritratto fotografico, eseguito in un prestigioso atelier cittadino, con un fondale di gusto ed un arredamento curato, può ben mostrare, al pari del tradizionale ritratto eseguito dal pittore, le ricchezze ed il prestigio di una famiglia, oltre ad essere anche più economico rispetto a quest’ultimo.

Così la neocapitale si popola dei preziosi ateliers di fotografi professionisti, che arrivano anche dalla Francia e dal resto d’Italia per fotografare il bel mondo torinese: alta borghesia, aristocratici, personaggi del mondo intellettuale e dello spettacolo.

Anche la casa Reale non fa eccezione a questa nuova moda e si lascia ritrarre molto volentieri.

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La fotografia, anche grazie ai miglioramenti introdotti gradualmente negli anni, che semplificano l’utilizzo del mezzo e lo rendono più funzionale, si ritaglia uno spazio importante come tecnica di riproduzione della realtà e viene utilizzata nei più svariati ambiti.

Poco alla volta rimpiazza i mezzi di riproduzione tradizionali, sino a diventare protagonista, sul finire del secolo, di mostre, manifestazioni ed esposizioni nazionali ed internazionali.
Sino ad essere vista non più solamente come semplice mezzo meccanico, ma come forma d’arte al pari della pittura e della scultura.

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Buona lettura da La Redazione di Mole24

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende