12 giugno 1954: Domenico Savio, santo tra i giovani di Don Bosco

“Devo, posso, voglio assolutamente farmi Santo”. Queste sono le parole che identificano la figura di Domenico Savio, allievo di don Bosco nell’oratorio di Valdocco a Torino, morto non ancora quindicenne il 9 marzo 1857.
La vita di Domenico Savio, un cammino verso la santificazione
Nato nel 1842, in una frazione di Riva presso Chieri (Torino), nel 1853 la sua numerosa famiglia – dieci figli la maggior parte dei quali morti in tenera età – si trasferì a Mondonio, una frazione di Castelnuovo d’Asti. Grazie al parroco, don Cagliero, il giovane Domenico conobbe Giovanni Bosco nel 1854 e divenne suo allievo.
Il giovane si distingue per l’assiduità ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia e per la devozione all’Immacolata Concezione.
Il suo progetto di vita può essere riassunto in due brevi pensieri, il giorno in cui riceve la Prima Comunione: “I miei amici saranno Gesù e Maria” e “La morte, ma non i peccati”.
Nell’estate del 1856 scoppa un’epidemia di colera e don Bosco raduna un gruppo di giovani per soccorrere gli ammalati.
Domenico è fra i volontari ma si ammala a sua volta e muore fra le braccia dei genitori, Carlo e Brigida.
In seguito, la Santa Sede ne ha riconosciuto le virtù eroiche e Domenico Savio viene canonizzato il 12 giugno 1954 da papa Pio XII.
La Famiglia Salesiana (ispettoria di Piemonte e Valle d’Aosta) ha spostato la celebrazione della festa del giovane santo al 6 maggio, poiché il 9 marzo (giorno della memoria liturgica) cade in periodo quaresimale.
Nel mondo esiste una sola basilica dedicata al santo e si trova a Lecce.
A Torino, invece, è a lui dedicata l’omonima parrocchia salesiana in Barriera di Milano, visto che al giovane santo sono molto devoti i torinesi.
Roberto Mazzone